Questo matrimonio si puo’ fare, ma a determinate condizioni. La più importante di tutti? I conti del Banco Popolare devono essere in regola, per la fusione con Bpm.

Mario Draghi, in diretta da Francoforte, ha chiarito oggi la politica monetaria e di aiuti della BCE fino alla fine del 2018, lasciando però la
Draghi non ha lasciato dubbi sulla conferma della politica degli ultimi anni. Ancora QE dunque e tassi bloccati.
Questo matrimonio si puo’ fare, ma a determinate condizioni. La più importante di tutti? I conti del Banco Popolare devono essere in regola, per la fusione con Bpm.

La Bce chiede alla Banca Popolare di Vicenza di approvare la trasformazione in Spa, l’aumento di capitale da 1,5 miliardi e la quotazioni in Borsa al voto dell’assemblea dei soci sabato prossimo.

E’ necessario usare a pieno i margini di bilancio per supportare la crescita. Il bazooka della Banca centrale europea, pur con misure straordinarie, si è sta infatti rivelando non sufficiente nell’attuale contesto di crescita e inflazione bassa.
Seduto dinanzi al Parlamento europeo per la consueta audizione trimestrale, Mario Draghi ha riflettuto sui recenti crolli delle Borse e sull’elevata sensibilità del comparto a prospettive economiche più deboli del previsto.
Jens Weidmann, numero uno della Bundesbank ritiene che Il Quantitative Easing non sia configura un efficace strumento di politica monetaria e implica particolari svantaggi e rischi all’interno di un’unione monetaria.
Mancano pochi giorni all’annuncio, sempre più probabile, del Quantitative Easing durante la riunione dell’Eurotower. Secondo il Fondo monetario internazionale, la Banca centrale europea dovrebbe assicurarsi che qualsiasi programma di quantitative easing intenda portare avanti sia in grado il più possibile di ripartire il rischio fra i propri membri. Un invito, dunque, verso una corretta mutualizzazione.
Atene potrebbe chiedere più tempo per il risanamento del Paese; la crisi che ha investito l’Euro ha costretto la Grecia in un default controllato che ora richiede misure eccezionali e tagli alla spesa extra per invertire la tendenza. La richiesta del premier Antonis Samaras è di un piano scaglionato in quattro anni. La variazione richiesta dal premier riguarda in particolare l’allungamento da due a quattro anni del piano di tagli sulla spesa pubblica.