Eni-Novamont, firmato il protocollo per la riconversione di Porto Torres

 E’ stato firmato a Palazzo Chigi, alcuni giorni fa, il protocollo d’intesa Eni-Novamont per la riconversione del sito di Porto Torres nel polo per la chimica verde, il più grande d’Europa. Il progetto – per il quale si parla di un investimento pari a 230 milioni di euro – prevede la riqualificazione del sito industriale di Porto Torres per la produzione di monomeri, additivi (per lubrificanti e gomme) e polimeri biodegradabili, ottenuti da materie prime rinnovabili. Il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci ha commentato la notizia definendo il progetto come “un piano innovativo, idoneo a conquistare i mercati e a creare nuova impresa e nuova occupazione in Sardegna”.

Il presidente Cappellacci ha detto anche che

L’apertura di una pagina nuova per un complesso come questo è fondamentale per il territorio. Le interazioni con il settore agricolo e la realizzazione di un importante centro ricerche, in collaborazione con l’Università, aprono prospettive nuove e possono assicurare maggiore competitività al sistema. Sono, inoltre, entrambi aspetti che ben si incardinano con la politica di una Regione che punta su un modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente, del paesaggio e del sistema di valori della nostra Isola. Un modello che punta sull’economia verde, sulle energie rinnovabili. Oggi abbiamo sistemato un nuovo tassello di una Sardegna che diventa protagonista delle scelte per il futuro, che punta con coraggio a proporsi come modello da seguire a livello nazionale e internazionale.

I rappresentanti degli enti locali, come pure lo stesso presidente della Regione, si sono battuti per poter avviare un tavolo per monitorare lo sviluppo del piano e la sua realizzazione. L’obiettivo è stato raggiunto e ora sarà possibile anche seguire l’attuazione del protocollo man mano che si procederà coinvolgendo i soggetti interessati. Soddisfazione è stata espressa anche dai sindacati. La Cgil ha puntato l’attenzione sui benefici che ne trarrà il territorio e, in particolare, l’occupazione con un incremento di 700 posti di lavoro a regime e un aumento di cento posti in più rispetto agli attuali.

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