Cala il mercato immobiliare Usa: i consumatori ancora non si fidano

 Non accenna a fermarsi il pessimo momento che sta vivendo il mercato immobiliare statunitense, il quale continua inesorabilmente a declinare. L’indicatore più emblematico di questa tendenza è stato sicuramente l’indice S&P Case-Shiller, che misura il prezzo degli immobili nelle prime venti città degli Stati Uniti: ebbene, questo indice ha fatto registrare una flessione su base mensile del 2,8% nel mese di gennaio (su base annua il declino raggiunge il 18,97%, un record assolutamente negativo). Ancora peggiore è stato inoltre il calo fatto riscontrare dai prezzi delle abitazioni per quanto riguarda le prime dieci metropoli americane (-19,4%). Per entrare nel dettaglio bisogna sottolineare che la città che ha registrato la peggior flessione a gennaio rispetto al mese precedente è stata Phoenix (Arizona), con un calo di 5,5 punti percentuali, mentre la città che si è comportata meglio è stata Dallas (Texas) che ha limitato i danni con la minor differenza di prezzo delle abitazioni rispetto al 2007, uno degli anni peggiori da questo punto di vista.

La settimana inizia bene: i mercati salgono, ma si attendono conferme dai mercati monetari e dalle trimestrali

 Questa settimana si apre con un rialzo dei mercati asiatici: l’indice MSCI asia-pacific ex Japan è salito dell’3,72%, il Nikkei ha guadagnatoil 3.6%, l’Hang Seng di Hong Kong il 4,3%. A determinare i rialzi è la presa di coscienza che le attuali valutazioni dei titoli sono particolarmente basse e riflettono aspettative forse troppo pessimistiche sugli utili per il medio periodo. Gli interventi dei governi, ultimo in ordine cronologico quello da 130 miliardi di dollari della Corea del Sud, stanno avendo effetto e aumenta a convinzione che il peggio della crisi potrebbe essere alle spalle. In rialzo però anche i titoli di Stato, segno che rimane alto il numero di investitori che preferisce ancora i titoli a basso rischio. Tra le altre notizie segnaliamo il dato sul PIL cinese nel terzo trimestre: da luglio a settembre l’economia cinese è cresciuta ad una velocità del 9% annuo, segnando rallentamento superiore alle aspettative. Intanto i mercati europei aprono con un netto rialzo, ma è presto per dire se questa tendenza resterà confermata nell’arco di tutta la seduta.

Dopo i timori sulla Spagna anche la Gran Bretagna potrebbe essere vicina alla recessione

 Sul fatto che la situazione economica e finanziaria a livello mondiale sia ancora molto difficile non esiste dubbio alcuno, mentre sono ancora molte le discussioni fra esperti ed economisti a proposito dei rischi di recessione o meno a livello globale. Negli Usa, dopo i dati sulla crescita del Pil dell’ultimo trimestre questo pericolo per ora sembrerebbe scongiurato anche se il numero di disoccuppati ad Agosto è salito al 6,1%. In Europa, invece, la situazione potrebbe essere anche più critica sopratutto se si considera il fatto che anche in Gran Bretagna i segnali di una possibile recessione stanno via via aumentando di pari passo con le difficoltà sempre più crescenti del suo primo ministro Gordon Brown. Solo qualche giorno fa il ministro delle finanze Alistair Darling aveva rilasciato dichiarazioni molte allarmate sullo stato dell’economia. Ora alcuni dati non fanno presagire nulla di buono. Primo fra tutte quello sulle vendite si auto, in Agosto si è raggiunto il livello più basso da quarant’anni. La mitica Aston Martin nel mese di Agosto ha venduto solo 19 auto in tutto il paese, registrando una caduta nelle vendite del 67%, ma cnhe Land Rover con un -57% e Jaguar con un -41% non possono certo sorridere. Poi c’è da registrare il crollo del mercato immobiliare. Il prezzo della case, infatti, secondo gli esperti è calato del 12,5%.