Michael Moore è con Occupy Wall Street

 Il movimento Occupy Wall Street torna sulla Piazza; gli indignati, radunati grazie a Facebook e spinti da una crisi che ha cambiato il volto dell’America tornano con la primavera a far sentire la propria voce nella “sede” storica della protesta. Sembra che prima di approdare a Chicago il 20 e 21 maggio prossimi il movimento abbia deciso di ripercorrere le tappe passando dal Zuccotti Park, ex fulcro della rivolta.

Non gli è stato permesso ovviamente alcun “camp” come è successo in passato, ma questa volta il messaggio era molto semplice; siamo ancora qui. Per mesi non si è parlato molto della protesta, ma questo non vuol dire che i manifestanti abbiano trovato pace; come prima apparizione in pubblico dopo l’inverno ormai finito il bilancio è piuttosto contenuto, visto che si parla di qualche arresto e solamente tre manifestanti lievemente feriti, ma se questo è l’inizio allora l’estate sarà più calda del previsto.

Occupy my wallet: ci si indigna anche trasferendo i risparmi

 Le opzioni per mostrare il proprio risentimento nei confronti di Wall Street sono davvero moltissime e ora stanno coinvolgendo persino le linee di credito messe a disposizione dalle principali banche americane: gli attivisti in questione consigliano dai siti web di trasferire i risparmi in questione dai conti correnti alle cosiddette Credit Union (come avvenuto appunto in questi ultimi giorni con il Bank Transfer Day promosso dalla ventisettenne Kristen Christian), ma vi sono anche altre delle alternative molto interessanti. Ad esempio, si parla diffusamente di investimenti che andrebbero a costituire una vera e propria rivolta, come i fondi a basso costo e quelli mutualistici.

Occupytheurl, gli indignati americani finiscono sul web

 Gli “indignados” di tutto il mondo posso riempire non solo le piazze reali per far valere i loro diritti, ma anche quelle presenti sul web: l’intento di Occupytheurl.com è sostanzialmente quello di aumentare le dimensioni del fenomeno, sfruttando al massimo al web e la sua capacità di fare presa tra la gente, soprattutto tra i più giovani. Il sito in questione, infatti, è composto di una sola pagina e si può inserire l’url in un apposito riquadro per entrare a far parte della già vasta comunità. Come è noto, Occupy Wall Street è forse la protesta più nota e meglio organizzata da questo punto di vista, ma anche altre città americane sono interessate dalle stesse contestazioni e questo mezzo elettronico vuole rappresentare un ideale sostegno.

Occupy Wall Street, crescono gli “indignados” americani

 Il fenomeno degli “indignados” spagnoli sta facendo scuola: le proteste di “Occupy Wall Street” stanno dilagando negli Stati Uniti, con richieste ben precise e uno slogan che non fa una grinza, “End the war, tax the rich”. Insomma, questo popolo multiforme chiede che finisca la guerra, ma soprattutto che si tassino i più ricchi. Ma da chi è composta esattamente tale folla? Si possono scorgere studenti, sindacalisti, ma anche gli operai: i loro appuntamenti e le loro tappe stanno diventando sempre più numerose, ad esempio hanno sfilato contro gli amministratori delegati delle multinazionali, ma li si ricorda, ad esempio, anche sul Ponte di Brooklyn.