Pieno di benzina torna a livelli record

 Mentre il prezzo del petrolio resta stabile sotto i 90 dollari al barile, il pieno di benzina continua la sua ascesa e torna a livelli record con l’allineamento al rialzo effettuato nei giorni scorsi dai gestori. Per quanto riguarda la benzina abbiamo raggiunto i 1,62 euro al litro, mentre il diesel é al si sotto della soglia di 1,5 euro litro. Come sempre in Italia sul prezzo della benzina incidono le tasse, che sono più alte rispetto al resto dell’Europa: il differenziale tra il prezzo della benzina in Italia e nel resto dell’Unione europea è pari a 59 centesimi di euro. Ha modificato i prezzi Eni con un rincaro di 1 centesimo sui costi raccomandati di benzina e diesel. Lo stesso vale per Tamoil, che ha aumentato il prezzo di 1 centesimo, mentre Q8 è intervenuta in entrambi i casi con +0,5 centesimi. Salgono di conseguenza i prezzi praticati sul territorio con il diesel tornato, nella media nazionale, oltre gli 1,5 euro/litro.

Il recente avvicendamento al vertice dell’Agenzia internazionale dell’energia di Maria van der Hoeven al posto dell’ex direttore Nobuo Tanaka sembra possa apportare delle modifiche nei rapporti tra l’agenzia e i produttori di petrolio riuniti nel cartello dell’Opec e che si sono mostrati ostici alla decisione di Tanaka di rilasciare 60 milioni di barili di riserve strategiche sul mercato per evitare difficoltà di approvvigionamento legate al caso libico.

La produzione di petrolio della Libia non tornera’ ai livelli precedenti la guerra prima del 2013 – ha sottolineato la direttrice dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, Maria van der Hoeven, intervistata dall’AFP -. I nostri esperti pensano che il completo ritorno della produzione libica sui mercati avverra’ probabilmente a partire dal 2013, non prima, ma tutto dipende da quello che succedera’ nei prossimi mesi. In questa fase la prima cosa da fare e’ stabilizzare la situazione politica. Quindi verra’ tutto quello che ha a che fare con la produzione petrolifera, la raffinazione, il trasporto. Ma questo non sara’ una questione di mesi anche se parte della produzione precedente al conflitto andra’ sul mercato.

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