Petrolio, il prezzo scende a 90 dollari a barile

Il prezzo del petrolio continua a scendere. Il Wti è calato a 87,1 dollari al barile. Siamo ai minimi storici e non accadeva dal luglio dello scorso anno. Il Brent europeo tocca invece quota 90,76 dollari. Soltanto oggi ha lasciato sul terreno 1,35 dollari come ventisette mesi fa. Da ultimo, l’OPEC basket, altrimenti noto come parametro delle quotazioni del greggio nei paesi OPEC, è sceso ieri sotto quota 90 dollari, a 89,37 dollari. Siamo in questo caso ai minimi storici da giugno del 2012.

Petrolio supera 100 dollari con il caos in Egitto

 Tornano a infiammarsi le quotazioni del petrolio, a causa delle forti tensioni sociali in Egitto e a seguito del crollo delle scorte settimanali di greggio negli Stati Uniti. L’oro nero sta evidenziando un boom dei prezzi soprattutto a causa dei disordini nel paese nordafricano, che è fondamentale per il trasporto delle navi di petrolio lungo il Canale di Suez. I disordini registrati finori a Il Cairo sembrano essere solo l’inizio di un pericoloso periodo di instabilità per l’Egitto e forse anche per l’intera regione mediorientale.

Petrolio in forte rialzo dopo raid di Israele in Siria

 Si infiammano nuovamente le quotazioni del petrolio sui mercati internazionali, dopo che Israele torna a colpire in Siria scatenando polemiche e tensioni in tutta la regione mediorientale. Il raid israeliano è il secondo nel giro di pochi giorni e questa volta sarebbe stato indirizzato contro un centro di ricerche militari a Jamraya, vicino la capitale siriana Damasco. Secondo indiscrezioni di stampa, ancora tutte da verificare, Israele avrebbe colpito e distrutto missili Fateh-110 arrivate dall’Iran e dirette verso le milizie sciite libanesi di Hezbollah.

Andamento petrolio dopo tensioni Israele-Palestina

 Il prezzo del petrolio è rimasto stabile negli ultimi giorni, caratterizzati dalle tensioni in Medio Oriente tra israeliani e palestinesi. E’ probabilmente questa la variabile-chiave che sta permettendo alle quotazioni di evitare nuovi ribassi, considerando la debolezza dei fondamentali e le prospettive di rallentamento economico globale per i prossimi mesi. Ieri al Nymex il future sul petrolio Brent ha chiuso con un calo dello 0,35% a 110,47 dollari al barile, mentre il future sul petrolio Wti ha evidenziato una flessione dello 0,3% a 87,12 dollari.

Previsioni prezzo petrolio a fine 2012

 Il mercato del petrolio è senza dubbio uno dei più volatili in assoluto, non solo nell’ambito dell’asset class “madre” delle materie prime ma anche di tutte le classi di investimento. Per farsi un’idea dell’imprevedibilità dei prezzi negli ultimi anni, si può osservare l’andamento dei prezzi del petrolio Brent: a luglio 2008 la quotazione sfiorava i 148$ al barile, ma a febbraio 2009 era scesa sotto 40$. Poi da questi livelli partì un nuovo spettacolare rally con approdo a 128$ lo scorso marzo. Qual è allora il prezzo giusto?

Investire nel settore petrolifero a settembre 2012

 Il settore petrolifero è senza dubbio il più interessante del comparto Energy ed è anche quello che da inizio anno ha mostrato le migliori performance. Il settore energetico è senza dubbio legato al ciclo economico ed è quindi influenzato da diverse variabili macro, come l’andamento della domanda delle economie emergenti, la ripresa dei consumi in Europa e negli Stati Uniti. Tuttavia, secondo gli analisti finanziari ci sono ancora molti margini di crescita ma serve una maggiore diversificazione dei titoli in portfolio con un’ottica di investimento di medio-lungo periodo.

Previsioni petrolio Estate 2012

 Buona parte delle famiglie italiane seguono le previsioni del petrolio dando per scontato che queste possano influenzare direttamente il prezzo delle vacanze, ormai imminenti. In realtà il legame tra carburanti e petrolio è ormai completamente assente; in passato ad ogni rialzo del petrolio (quando il grafico era ancora in uptrend) si continuava a leggere di aumenti sui carburanti dovuti appunto all’inarrestabile rialzo della materia prima. Con il crollo verticale subito alla fine della prima metà del 2008 e proseguito fino all’inizio del 2009 però non si è registrato un ribasso netto proporzionale anche sui carburanti derivati. Questo ha fatto perlomeno insospettire chi segue un minimo i movimenti della finanza mondiale, confermando la tesi che i rialzi dei carburanti sono puramente speculativi e non direttamente proporzionale all’aumento del petrolio sul mercato finanziario, ormai completamente staccato dal mercato reale.

Petrolio WTI ai minimi da ottobre 2011

 Non si placa la tensione sui prezzi del petrolio che, dopo aver registrato pesanti vendite nel mese di maggio, anche a giugno sembra poter restare saldamente in una spirale ribassista di medio periodo. Il petrolio WTI, riferimento per il mercato americano, ha sfiorato oggi 81$ al barile scendendo sui minimi da ottobre 2011. Intanto, venerdì il petrolio Brent – riferimento europeo del Mare del Nord – ha perforato la soglia di 100$ al barile chiudendo sotto 98,5$ al barile. Messe da parte le tensioni geopolitiche legate alle sanzioni all’Iran, al momento non ci sono segnali in grado di ribaltare la tendenza ribassista in atto.

L’Iran vieta il petrolio a Francia e Gran Bretagna

 L’Iran ha bloccato di fatto tutte le esportazioni di petrolio greggio nei confronti delle compagnie francesi e britanniche: la conferma è giunta direttamente dal ministero della nazione asiatica che si occupa proprio dell’oro nero. Che cosa è successo di preciso? Come precisato dal dicastero in questione, Teheran andrà a rifornire altri clienti che sono diversi dalla Francia e dal Regno Unito, anche e soprattutto a causa del divieto che è stato recentemente imposto dall’Unione Europea per quel che concerne gli acquisti di petrolio iraniano a partire dal prossimo mese di luglio.

Sciopero benzinai della durata di 7 giorni

 Si alza il coro di protesta dei benzinai: Figisc e Anisa Confcommercio hanno proclamato uno sciopero nazionale su tutta la rete stradale ed autostradale di 7 giorni.  L‘astensione sarà totale e le modalità e le date precise saranno decise dalle due Federazioni, secondo le quali la scelta di intervenire sull’esclusiva di fornitura nella rete carburanti non sortirà effetti sui prezzi, ma più che altro finirà per espellere i gestori dalla rete alla scadenza dei loro contratti. Inoltre, sempre secondo quanto affermato dalle Federazioni, la norma che autorizza gli impianti a funzionare 24 ore su 24 solo nella modalita’ self service senza piu’ la presenza dell’operatore é un altro balzello che peserà sulla categoria.