Investire nel settore petrolifero a settembre 2012

 Il settore petrolifero è senza dubbio il più interessante del comparto Energy ed è anche quello che da inizio anno ha mostrato le migliori performance. Il settore energetico è senza dubbio legato al ciclo economico ed è quindi influenzato da diverse variabili macro, come l’andamento della domanda delle economie emergenti, la ripresa dei consumi in Europa e negli Stati Uniti. Tuttavia, secondo gli analisti finanziari ci sono ancora molti margini di crescita ma serve una maggiore diversificazione dei titoli in portfolio con un’ottica di investimento di medio-lungo periodo.

Secondo Federico Mobili, responsabile equity di Bnp Paribas, “il fattore chiave cui guardare è il prezzo del petrolio, determinato dalle dinamiche della domanda e dell’offerta”. Mobili fa notare che un aumento della domanda di greggio – nonostante il crollo dell’export iraniano dovuto alle tensioni geopolitiche – fa lievitare il prezzo del petrolio e contestualmente quello delle compagnie energetiche, favorendo anche investimenti nelle attività di ricerca di nuovi giacimenti e risorse.

Da inizio anno le azioni del settore energetico hanno guadagnato molto più dell’indice FTSE MIB. In particolare Eni, che è la società con la capitalizzazione più alta a Piazza Affari (oltre 63 miliardi), è salita sui livelli più alti da ottobre 2008 tornando sopra 18 euro. Da inizio anno il titolo Eni guadagna più del 16%. Il Cane a Sei Zampe ha chiuso il primo semestre 2012 con un utile operativo in crescita del 18,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre l’utile netto adjusted è salito del 4% a 3,79 miliardi di euro. In borsa il titolo Eni potrebbe tornare a toccare almeno quota 20 euro nelle prossime settimane.

Prospettive interessanti anche per Enel, che da fine luglio scorso ha messo a segno una performance positiva del 40%. Nella prima parte dell’anno il titolo ha sofferto molto in borsa, scendendo fino a 2,02 euro, a causa di una forte esposizione verso i paesi maggiormente influenzati dalla crisi europea. Nonostante Ubs abbia tagliato oggi il rating a “neutral” da “buy” (target confermato a 41 euro), Saipem resta tra i titoli petroliferi più interesanti. Il titolo guadagna quasi il 19% da inizio anno e sembra proiettato verso il superamento dei top asosluti di 39,12 euro per un target compreso tra 42 euro e 45 euro per azione.

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