Mps bocciata da Moody’s con rating B2

 L’agenzia di rating Moody’s ha deciso di tagliare il giudizio sul merito di credito di lungo termine di Banca Monte dei Paschi di Siena a “B2” da “Ba2”. L’outlook sul credit rating viene confermato a “negative”, che presuppone la possibilità di ulteriori downgrade nei prossimi mesi. Nonostante la bocciatura, le azioni della banca di Rocca Salimbeni riescono a guadagnare l’1% a 0,2215 euro. A favorire la tenuta delle quotazioni in area 0,22 euro è l’ottimo andamento di Piazza Affari negli ultimi giorni e la tonicità del settore bancario, grazie al calo dello spread.

Migliori e peggiori banche italiane 2013

 Anche se le banche italiane festeggiano calo dello spread con buone performance borsistiche, Exane Bnp Paribas ritiene che non tutti i titoli bancari quotati a Piazza Affari abbiano le stesse chance di mettere a segno risultati soddisfacenti nei prossimi mesi. Gli esperti del broker transalpino sottolineano che “nonostante la redditività delle banche italiane sia influenzata da driver comuni, dato che i loro business model sono simili, la sostenibilità degli utili non è uguale”. Nel comparto bancario italiano Exane ritiene che ci siano solo poche “gemme preziose”.

Accordo MPS e creditori

 Le pressioni sul titolo MPS in Borsa aumentano man mano che il processo di ricapitalizzazione sembra volgere ad una conclusione. Così il Fatto Quotidiano tenta di fare chiarezza:

Il segnale più preoccupante per il mercato finanziario, ormai in fuga disordinata dai titoli Mps, è la decisione di rimpolpare il patrimonio della banca con un nuovo ricorso ai cosiddetti Tremonti Bond. L’Eba, l’autorità bancaria europea, ha chiesto al Monte dei Paschi di fornirsi di 3,2 miliardi di euro di mezzi freschi per riportare a livelli di sicurezza il patrimonio. La azioni messe in campo da Viola avrebbero finora assicurato poco più di 2 miliardi. Per il miliardo mancante, scartata l’opzione dell’aumento di capitale, che il maggiore azionista, la Fondazione Mps, non sarebbe in grado di fronteggiare, si è deciso di farsi prestare i soldi dallo Stato

La critica riguarda ancora una volta direttamente i Tremonti Bond; secondo il giornale (e gli analisti) il prezzo da pagare per questa soluzione sarebbe troppo elevato. L’istituto ha già emesso Tremonti Bond per un importo complessivo prossimo ai 2 miliardi di euro ed un tasso dell’8,5% che diventerà a fine anno il 9%. Il costo annuale si stima in 250 milioni di euro per MPS e, secondo più parti, non sarebbe la soluzione ideale per la tenuta dei conti.