Quarto giorno di ribasso per la rupia indiana

 La rupia indiana prosegue imperterrita il proprio declino nei confronti del dollaro americano: ormai si è giunti a un vero e proprio record negativo da questo punto di vista, dato che la valuta asiatica è ormai giunta al suo quarto giorno consecutivo di ribasso. Che cosa sta accadendo di preciso? In pratica, gli investitori sono molto sensibili ai rischi monetari e i timori crescenti in relazione alla crisi del debito sovrano dell’eurozona la fa da padrona, coinvolgendo anche nazioni emergenti e in rampa di lancio come l’India. La moneta verde è così riuscita a battere il suo record precedente nei confronti della rupia, attestandosi a quota 54,21 (giusto un giorno fa questo stesso valore era pari a 53,88 rupie), con dei picchi anche superiori che non si sono però mantenuti nel corso della giornata.

Gli attacchi terroristici di Mumbai aggravano la situazione economica indiana

 I titoli indiani e la rupia, moneta nazionale del paese asiatico, hanno subito delle brusche cadute all’indomani dei terribili attacchi terroristici che hanno provocato la morte di almeno 121 persone nella capitale finanziaria di Mumbai. L’indice BSE-500, il quale rappresenta almeno l’85% dell’intero mercato valutario di Bombay, ha perso circa lo 0,5%: non è andata certo meglio a due importanti aziende dell’India come Jet Airways Ltd. e Kingfisher Airlines Ltd. Per quanto invece riguarda la rupia, c’è stato un calo di 0,9 punti percentuali: c’è anche da dire che i mercati sono stati chiusi ieri. I militanti autori del grave gesto hanno scelto come bersagli principali il Taj Mahal Palace, il Tower hotel e il complesso Oberoi Trident, i quali si trovano non molto lontano dal centro economico di Mumbai.

Secondo Jay Moghe, partner della Asian Alternative Consulting a Singapore:

Ormai quella è diventata una zona di guerra. Nel medio termine, ciò che sta veramente influenzando l’economia dell’India è rappresentato dal rallentamento finanziario globale, in particolare nel settore creditizio.

La rupia è la terza peggior valuta asiatica per quanto riguarda la sua valutazione: tra l’altro, i bond a dieci anni sono scesi fino al loro livello più basso da due anni a questa parte. L’economia indiana è cresciuta comunque del 7,6% negli ultimi tre mesi rispetto a un anno fa, anche se questo rappresenta il tasso di crescita più basso dal 2004, secondo quanto riportato da alcune statistiche del governo indiano.

Dopo il calo della rupia, la banca centrale dell’India sta attuando misure volte a fornire liquidità al sistema finanziario.

 Il governatore della banca centrale dell’India, Duvvuri Subbarao, ha affermato che si sta preparando per avviare i passi effettivi al fine di mantenere la liquidità nei mercati creditizi della nazione asiatica: Subbarao ha anche ribadito la politica della banca di attenuare le oscillazioni della valuta. La banca si è mostrata pronta a mettere a punto azioni efficaci e rapide per fornire la liquidità, così come è stato precisato dallo stesso governatore durante il meeting dei venti ministri delle finanze che si è tenuto a Washington: l’economia indiana è stata qui presentata come un’economia forte e le sue banche “ben capitalizzate”.

 

Ieri l’India ha attuato il suo maggior taglio dal 2001 per quanto riguarda l’ammontare di denaro che i prestatori devono spostare come riserve per rendere funzionale un’economia da 1.2 trilioni di dollari: la rupia, valuta nazionale del paese asiatico, ha subito il suo calo più pesante di tutti i tempi e gli investitori oltreoceano hanno lasciato le riserve dei mercati emergenti. Subbarao, non ha voluto commentare la politica dei tassi di interesse, affermando che tutte le variabili devono essere sottoposte a revisione nella prossima riunione del 24 ottobre della Reserve Bank of India. Il governatore ha inoltre precisato che è ancora troppo presto per vegliare sui prezzi. L’inflazione indiana sta rallentando da circa 15 settimane, come può essere dedotto dagli ultimi dati governativi, sebbene essa sia maggiore rispetto all’obiettivo prefissato dalla banca centrale.