Renault punta all’India: previste centomila vetture all’anno

 Renault Sa ha individuate nell’India uno dei mercati più redditizi da sfruttare per i propri business: non è infatti un caso se la casa automobilistica francese ha previsto la vendita di oltre 100mila veicoli ogni anno nel paese asiatico entro la fine del 2013. Tutto questo ottimismo deriva direttamente dall’introduzione del primo modello in assoluto a Nuova Delhi e dintorni, un lancio previsto dalla joint venture strategica tra il colosso di Boulogne-Billancourt e Mahindra & Mahindra Limited.

Intensificati gli scambi commerciali tra Africa ed India

Puntare sull’Africa per trovarsi davanti un mercato che, in questo clima di forte crisi economica, pare soffrire meno di altri e offrire ampi margini di crescita. E’ quanto hanno scelto di fare alcune società indiane, tra cui la Escorts, azienda produttrice di veicoli e macchinari industriali che ha firmato un accordo da circa 10 milioni di dollari con una società africana. Si intensificano, dunque, in questa fase di  recessione, gli scambi tra l’India ed il continente nero. In quest’ottica il governo di New Delhi ha avviato una nuova strategia commerciale che prevede l’apertura di nuove linee di credito verso i Paesi africani e il rafforzamento degli scambi commerciali tra i due Stati. Nello specifico, sono quasi 5 miliardi e mezzo di dollari le risorse indiane destinate alle società africane con l’obiettivo di spingerle ad investire nelle tecnologie indiane.

Gli ottimi profitti dei bond indiani fanno crescere State Bank e ICICI

 State Bank of India e ICICI Bank Ltd., i due maggiori istituti per il prestito della nazione asiatica, hanno annunciato che il loro reddito ha subito un incremento durante gli ultimi due trimestri del 2008, soprattutto a seguito degli ottimi risultati ottenuti dai bond governativi, i quali hanno raggiunto il loro livello più alto degli ultimi dieci anni. State Bank, banca che rappresenta quasi un quinto di tutti i prestiti dell’India, ha infatti fatto segnare nella giornata di ieri un rialzo del proprio reddito netto di ben 37 punti percentuali con una quota di 24,8 miliardi di rupie (503 milioni di dollari). Meno consistente, ma comunque interessante, è stata invece la crescita del profitto di ICICI: l’istituto creditizio di Mumbai ha visto crescere il proprio reddito del 3,3%, una percentuale superiore alle attese degli analisti. C’è da sottolineare, tra l’altro, che la banca centrale dell’India aveva tagliato i tassi di interesse per ben quattro volte negli ultimi tre mesi dello scorso anno.

Cala la produzione industriale indiana: pronti nuovi tagli fiscali

 La produzione industriale dell’India è crollata inaspettatamente per la prima volta negli ultimi quindici anni: tale evento ha ora aumentato la pressione nei confronti dei policy makers, che si vedono costretti ad apportare maggiori tagli fiscali al fine di proteggere la sempre più debole economia dalla recessione globale. La produzione di fabbriche, aziende di servizi e miniere è scesa di circa 0,4 punti percentuali nel mese di ottobre, dopo che a settembre si era verificata una crescita di ben 5,45 punti percentuali: i dati sono stati forniti dalla Central Statistical Organization di New Delhi.

Gli economisti si sono trovati totalmente spiazzati, in quanto avevano previsto un aumento della produzione pari al 2,1%: l’ultimo record negativo dell’India in questo senso si era verificato nell’aprile del 1993. Il calo delle esportazioni e la debole domanda interna stanno ulteriormente indebolendo la crescita del paese asiatico: tra l’altro, la fiducia degli investitori è stata messa a dura prova dagli attacchi terroristici di Mumbai, i quali hanno provocato la morte di 163 persone lo scorso mese.

Gli attacchi terroristici di Mumbai aggravano la situazione economica indiana

 I titoli indiani e la rupia, moneta nazionale del paese asiatico, hanno subito delle brusche cadute all’indomani dei terribili attacchi terroristici che hanno provocato la morte di almeno 121 persone nella capitale finanziaria di Mumbai. L’indice BSE-500, il quale rappresenta almeno l’85% dell’intero mercato valutario di Bombay, ha perso circa lo 0,5%: non è andata certo meglio a due importanti aziende dell’India come Jet Airways Ltd. e Kingfisher Airlines Ltd. Per quanto invece riguarda la rupia, c’è stato un calo di 0,9 punti percentuali: c’è anche da dire che i mercati sono stati chiusi ieri. I militanti autori del grave gesto hanno scelto come bersagli principali il Taj Mahal Palace, il Tower hotel e il complesso Oberoi Trident, i quali si trovano non molto lontano dal centro economico di Mumbai.

Secondo Jay Moghe, partner della Asian Alternative Consulting a Singapore:

Ormai quella è diventata una zona di guerra. Nel medio termine, ciò che sta veramente influenzando l’economia dell’India è rappresentato dal rallentamento finanziario globale, in particolare nel settore creditizio.

La rupia è la terza peggior valuta asiatica per quanto riguarda la sua valutazione: tra l’altro, i bond a dieci anni sono scesi fino al loro livello più basso da due anni a questa parte. L’economia indiana è cresciuta comunque del 7,6% negli ultimi tre mesi rispetto a un anno fa, anche se questo rappresenta il tasso di crescita più basso dal 2004, secondo quanto riportato da alcune statistiche del governo indiano.

Dopo il calo della rupia, la banca centrale dell’India sta attuando misure volte a fornire liquidità al sistema finanziario.

 Il governatore della banca centrale dell’India, Duvvuri Subbarao, ha affermato che si sta preparando per avviare i passi effettivi al fine di mantenere la liquidità nei mercati creditizi della nazione asiatica: Subbarao ha anche ribadito la politica della banca di attenuare le oscillazioni della valuta. La banca si è mostrata pronta a mettere a punto azioni efficaci e rapide per fornire la liquidità, così come è stato precisato dallo stesso governatore durante il meeting dei venti ministri delle finanze che si è tenuto a Washington: l’economia indiana è stata qui presentata come un’economia forte e le sue banche “ben capitalizzate”.

 

Ieri l’India ha attuato il suo maggior taglio dal 2001 per quanto riguarda l’ammontare di denaro che i prestatori devono spostare come riserve per rendere funzionale un’economia da 1.2 trilioni di dollari: la rupia, valuta nazionale del paese asiatico, ha subito il suo calo più pesante di tutti i tempi e gli investitori oltreoceano hanno lasciato le riserve dei mercati emergenti. Subbarao, non ha voluto commentare la politica dei tassi di interesse, affermando che tutte le variabili devono essere sottoposte a revisione nella prossima riunione del 24 ottobre della Reserve Bank of India. Il governatore ha inoltre precisato che è ancora troppo presto per vegliare sui prezzi. L’inflazione indiana sta rallentando da circa 15 settimane, come può essere dedotto dagli ultimi dati governativi, sebbene essa sia maggiore rispetto all’obiettivo prefissato dalla banca centrale.

 

Svolta nel Trattato di Non Proliferazione: gli USA concedono una deroga all’India per rifornirsi di energia nucleare

 Le decisioni dell’amministrazione Bush e gli interessi affaristici che hanno ribaltato un divieto internazionale che durava da trent’anni riguardo ai diritti dell’India di acquistare rifornimenti di energia nucleare verranno discussi al Congresso questa settimana. L’India ha infatti ottenuto il diritto di poter acquistare energia atomica dopo che un gruppo di 45 paesi fornitori di tecnologia nucleare ha concesso negli scorsi giorni una deroga per le vendite alla nazione asiatica al di fuori del Trattato di Non Proliferazione.

 Il Nuclear Suppliers Group ha dispensato tale permesso a seguito di un incontro durato più di quattro giorni e mesi di telefonate. Il governo Indiano e un numero di delegazioni hanno reso la questione possible, così come ha affermato il Segretario di Stato statunitense Condoleezza Rice durante un viaggio nell’Africa settentrionale. Il segretario ha parlato con gli ufficiali cinesi nel giorno dell’accordo, chiamando in causa anche alcuni interlocutori dell’Austria e Irlanda.