Tim modifica lo Statuto e amplia l’oggetto sociale. E nel consiglio di amministrazione del 23 maggio si voterà anche in merito a questo specifico elemento. Qualcosa che potrebbe cambiare per la società le carte in tavola.
Cosa accadrà nel prossimo consiglio di amministrazione di Tim
Ultimamente si è parlato di una possibile fusione con Iliad. Ma, ancor di più ci si sta confrontando, a quanto pare, sulla necessità di creare nuove combinazioni commerciali e strategiche. Qualcosa che potrebbe essere fatto da parte di Tim, per l’appunto, proprio modificando lo Statuto e cambiando il proprio oggetto sociale.
Ne ha parlato Il Messaggero e ne ha accennato anche Il Sole 24 Ore. Il prossimo incontro del consiglio di amministrazione vedrà Pietro Labriola proporre l’ampliamento dell’oggetto sociale. Un fattore che, oltre alle attività connesse alla telefonia, dovrebbe riguardare l’offerta di servizi bancari, assicurativi, energia e pagamenti digitali.
Una netta conseguenza, con molta probabilità, dell’entrata di Poste all’interno del capitale. Dobbiamo ricordare che Poste Italiane al momento si attesta al 24,8% dello stesso. E che, per quel che riguarda la sua attività, è senza dubbio la più grande piattaforma integrata e omnicanale di servizi sul territorio italiano, visto che è presente in diversi business tra cui pacchi, corrispondenza e logistica.
Va detto che l’integrazione dell’oggetto sociale, riferibile all’art.3 dello Statuto della società, deve essere approvata dai soci. Chi non è d’accordo conterà sul diritto di recesso. È importante sottolineare che, al momento, Tim offre già servizi assicurativi online tramite TimBroker, ed è attiva anche nel settore della rivendita di energia per le piccole e medie imprese e partite IVA, oltre a partecipare a servizi di mobile payment.
Il futuro e le sue promesse
Cosa fa pensare questo? Che il futuro attuale di Tim possa divenire quello di un distributore di servizi del gruppo Poste. Qualcosa che potrebbe far guadagnare all’azienda, secondo alcune simulazioni, fino a 100 milioni annui di Ebitda.
Va da sé che un’integrazione tra le due realtà potrebbe far salire i guadagni di entrambe in maniera sostenuta dato che Tim potrebbe avere in questo modo accesso, una volta ampliato l’oggetto sociale, ai sistemi di pagamento di Poste. La quale può contare su una rete fisica e su un’infrastruttura digitale davvero imponenti e all’avanguardia.
Nel corso del consiglio di amministrazione si parlerà però anche dell’innalzamento all’1% del possesso di azioni al fine di presentare in assemblea le liste per la nomina di sindaci e consiglieri. Affinché si raggiunga l’elezione di un candidato, questo deve raccogliere almeno l’1,5% delle preferenze.
Sul piatto di Tim, quindi, ci sono attualmente diverse questioni in ballo. E tutte potrebbero portare a ottimi risultati, se condotte nel modo giusto.