Azioni Generali Assicurazioni ancora troppo care secondo Citi

 Il processo di ristrutturazione societaria avviato la scorsa estate dal nuovo ceo group Mario Greco ha consentito a Generali Assicurazioni di migliorare la redditività e di presentare un bilancio trimestrale superiore alle attese. I risultati raggiunti dal Leone di Trieste non sono passati inosservati agli occhi degli analisti di Citigroup, che però hanno deciso di confermare la loro view negativa sul titolo in quanto ancora troppo caro rispetto ai competitor europei. Eppure Citi ha aumentato le stime sull’eps 2013 a 1,42€ da 1,32€ e sull’eps 2014 a 1,51€ da 1,4€.

Secondo gli esperti della banca americana esistono storie di ristrutturazione simili a Generali nel comparto assicurativo europeo, che però presentano multipli meno costosi. La banca ha aumentato il target price sulle azioni del Leone di Trieste, ma ha confermato il giudizio “sell”, ovvero vendere. Il prezzo obiettivo è stato incrementato a 13,05 euro da 12,7 euro. Citi spiega che, nonostante l’aumento delle stime, ci sono titoli più interessanti nel settore assicurativo.

TRIMESTRALE GENERALI CON UTILI IN CRESCITA

Gli specialisti della banca d’affari statunitense indicano in particolare i nomi dei colossi Aviva e Axa, presentati da Citi come le top pick nel settore assicurativo europeo. Il titolo Generali Assicurazioni, invece, venerdì 10 maggio aveva sfiorato quota 15 euro salendo sui livelli più alti degli ultimi due anni. Un anno fa il titolo toccò il minimo storico a 8,155 euro e da allora è salito del 79%. La chiusura di ieri è stata positiva con un progresso dello 0,97% a 14,6 euro. Tuttavia, secondo Citi, ora le azioni della compagnia assicurativa triestina sono troppo elevate.

MEDIOBANCA PRESENTA CORE TIER 1 RECORD AL 12%

In effetti Generali tratta a un rapporto prezzo/utile (p/e) al 2014 di 9,6 volte rispetto a una media del settore intorno a 7-9 volte. Citi fa poi notare che il free cash flow appare piuttosto basso, con un rendimento implicito al 2014 di circa il 7% rispetto al 10% e più offerto da altre compagnie europee. Nonostante sia in programma la vendita di alcuni asset non strategici (Bsi e le attività riassicurative Usa), il debito del gruppo resta elevato.