Banco Popolare in perdita

 Banco Popolare ha chiuso il 2012 con una perdita netta di 945 milioni di euro, in contenimento rispetto alla perdita di 2,258 miliardi di euro del 2011. A pesare sono le svalutazioni sulla banca online e le rettifiche di valore su crediti richieste dalla Banca d’Italia: di fatti, escludendo dal computo le componenti di natura straordinaria e non ripetibile, il risultato netto dell’esercizio sarebbe stato positivo per 145 milioni di euro, in netta controtendenza rispetto all’anno precedente.

Ad ogni modo, la perdita è risultata maggiore di quanto stimato dagli analisti di Banca Imi, che avevano preventivato un risultato negativo per 854 milioni, mentre Equita e  Banca Akros avevano rispettivamente stimato perdite per 554 milioni e 646 milioni (qui il nostro precedente approfondimento sul titolo, con il profit warning lanciato su Banco Popolare, che vi consigliamo di consultare per maggiori informazioni sulle aspettative che erano state elaborate sulla società).

Nonostante il risultato negativo sul fronte del conto economico, il gruppo ha confermato un livello adeguato di patrimonializzazione, con il core tier 1 al 10,1% contro il 7,1% di inizio 2012. Prestazione operativa e commerciale in rialzo dell’8 per cento, con margine di interesse in calo del 2,5 per cento a 1,759 miliardi di dollari. Commissioni nette in crescita del 7,3 per cento a 1,364 miliardi di euro.

Ancora, Banco Popolare ha comunicato che la raccolta diretta al 31 dicembre 2012 è stata pari a 94,5 miliardi ed evidenzia un decremento del 5,7 per cento rispetto ai 100,2 miliardi del 31 dicembre 2011, a principale causa del rimborso a scadenza di emissioni obbligazionarie, e nella transazione di riacquisto dei propri strumenti di capitale.

Raccolta indiretta in calo del 4 per cento su base annua a 61,8 miliardi di euro, a causa del passo indietro conseguito dalla raccolta amministrata, che ha evidenziato una flessione del 7,2 per cento rispetto alla fine del 2011. Esposizioni lorde deteriorate (l’aggregato che comprende sofferenze, incagli, crediti ristrutturati ed esposizioni scadute) pari a 16,2 miliardi, in crescita del 17,5 per cento.

Lascia un commento