Bot-Day: esito positivo ma la tensione è alle stelle

 Sotto un certo punto di vista possiamo affermare che il Bot-Day è stato un successo; 7 miliardi di Euro di Bot prenotati nei giorni precedenti e quindi collocati oggi, con un calo del rendimento a 5.952% con una domanda che ha superato di gran lunga l’offerta. A guardare solo i numeri effettivamente la giornata dovrebbe essere positiva, ma vedere Piazza Affari in questo momento (-3.16%) confermare la negatività di apertura di giornata costringe a valutare la situazione complessiva.

Anche se i risultati del Bot-Day sono due volte più incoraggianti di quelli del Btp-Day (visto che si trattava in quest’ultimo caso di acquisti sul mercato di titoli già emessi e non prenotazioniper le nuove aste) dobbiamo tenere conto degli orizzonti temporali; nel caso dei Btp (e quindi del famoso spread) noi prendiamo in considerazione titoli a lungo termine (10 anni) che ovviamente scontano le aspettative del momento per il futuro a lungo termine dell’Europa. Nel caso dei Bot invece si tratta di scadenze ad un anno, che per quanto le cose potranno andare male resteranno debiti quasi sicuramente saldati verso gli investitori, mentre da qui a 10 anni le cose potrebbero cambiare radicalmente.

Questo semplice ragionamento spiega il perchè della tensione a Piazza Affari nonostante i buoni risultati dell’asta Bot, ed apre anche a ragionamenti più complessi su come il mondo degli investimenti sta cambiando e su come i piccoli risparmiatori non puntano più sulle lunghe scadenze che vincolano la liquidità per troppo tempo. Contando poi la paura diffusa dalle agenzie di rating che non risparmiano nulla all’Eurozona e la tengono sotto scacco a suon di “lettere” ed outlook ed il probabile fallimento del meeting di Bruxelles (che archivia l’ennesimo “nulla di fatto”) non deve stupire la negatività di Piazza Affari che dal punto di vista tecnico deve anche chiudere proprio in questi giorni un ciclo a due settimane.

Nessuna sorpresa quindi se gli Italiani vogliono investire ma si affidano alle brevi scadenze, visto che ora più che mai il futuro dell’Italia e dell’Eurozona è in bilico.

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