Fiat rating Ba3 a rischio secondo Moody’s

 L’agenzia di rating Moody’s ha lanciato un avvertimento a Fiat, che sarebbe una delle case automobilistiche europee maggiormente a rischio taglio del rating. Attualmente il Lingotto presenta una valutazione del merito di credito di lungo periodo pari a Ba3. Tuttavia, Moody’s ha sottolineato che il giudizio potrebbe peggiorare nel caso in cui non dovessero esserci miglioramenti nel mercato dell’auto europeo nei prossimi anni. Ieri a Piazza Affari le azioni della casa automobilistica torinese hanno concluso la seduta di borsa registrando un ribasso dello 0,43% a 5,825 euro.

Nel mirino di Moody’s sono finite anche le francesi Renault e Peugeot-Citroen. Nel primo caso i problemi sono gli stessi riscontrati per Fiat, ovvero la possibilità di non poter più contare su mercati ad elevato sviluppo come Brasile e Russia per compensare le perdite derivanti dall’andamento negativo del mercato europeo. I due paesi emergenti sono in difficoltà da alcuni mesi e stanno rallentando sensibilmente il ritmo di crescita, che alla fine dovrebbe avere un deciso impatto anche sulla domanda di auto (leggi anche Fiat: aumento indebitamento preoccupa Morgan Stanley).

Secondo quanto affermato dall’analista dell’agenzia di rating, Falk Frey, “la questione chiave sarà cosa succede a queste aziende e per quanto tempo potranno contenere l’assorbimento di cassa con la loro liquidità disponibile”. Secondo l’esperto, Fiat, Psa, Ford e Gm chiuderanno il 2013 con perdite totali per le rispettive attività in Europa per un controvalore pari a circa 5 miliardi di euro, a causa del costante deterioramento della domanda. Intanto il Lingotto ha annunciato nuovi investimenti in Italia. Lo stabilimento di Mirafiori produrrà due nuovi modelli, tra i quali spicca il suv Maserati.

La costruzione del nuovo suv richiederà un investimento da parte di Fiat di circa un miliardo di euro. Il lancio del nuovo modello sul mercato è previsto per il 2015. Per la produzione dell’altro modello non sono stati indicati i tempi, ma l’obiettivo del gruppo automobilistico torinese, controllato dalla famiglia Agnelli e guidato da Sergio Marchionne, è assorbire tutti i lavoratori in cassa integrazione.