Licenziamenti banche italiane

 Per le banche italiane inizia (o prosegue, in alcuni casi) un’ondata di politiche di dimagrimento. Tutti i principali istituti di credito stanno infatti predisponendo dei tagli da attuare a margine delle trattative con i sindacati. In pole position sembra esserci Monte dei Paschi di Siena, ma a ruota dovrebbero seguire anche le negoziazioni di Banca Popolare di Milano (qui in accordo convertendo) e Ubi, mentre a settembre sarà la volta dei big del credito tricolore, Intesa e Unicredit, che già nel corso dell’ultimo mese di luglio hanno dovuto fronteggiare agitazioni e scioperi.

Oggetto delle trattative è il costo del personale dipendente. Esuberi, riorganizzazioni, chiusure di sportelli costituiranno l’ordine del giorno (e non passerà inosservato agli occhi dei “giudici” del rating: Standard & Poor’s taglia il rating a 15 banche italiane). “Alla ripresa autunnale mi aspetto che le banche cerchino di trovare il modo per espellere almeno 20.000 lavoratori: a questo progetto folle ci opporremo con ogni nostra forza” – ha d’altronde preventivato il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni.

Una cifra che non è distante dalle stime ufficiose, che prevedono esuberi per circa 19 mila lavoratori, e chiusura di 2.720 sportelli entro il 2015. Un settore che attualmente conta circa 330 mila dipendenti (35 mila in meno rispetto a dieci anni fa) e che dovrebbe perdere ulteriore forza lavoro nel corso delle prossime stagioni.

La strada preferenziale per dimagrire le strutture dovrebbe essere quella del prepensionamento. Lo sanno bene a Cariparma, dove il piano industriale prevedeva 360 prepensionamenti e sono arrivate 700 domande. Bnl ha invece rinviato l’uscita di 370 esuberi già decisi nel 2011. In Intesa Sanpaolo erano stati previsti 4.500 esuberi, poi bloccati per l’entrata in vigore della riforma Fornero.

“Abbiamo firmato da pochi mesi un contratto di lavoro collettivo difficile, ora ci aspettiamo che venga rispettato e applicato integralmente, nelle trattative in corso; non servono altri accordi nazionali” – dichiara Agostino Megale, segretario della Fisac-Cgil.

Il banco di prova è comunque toscano. Monte dei Paschi di Siena vorrebbe esternalizzare 2.360 lavoratori. Ci riuscirà?

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