Stipendi consulenti Parmalat – Lactalis

 Secondo quanto ha anticipato, a titolo di indiscrezione, il quotidiano La Repubblica, i compensi di banchieri e legali che i francesi di Lactalis avrebbero pagato per scalare Parmalat ammonterebbe complessivamente a oltre 20 milioni di euro. Una parcella molto consistente, che sarebbe finita prevalentemente all’interno delle casse delle Società Generale e di Lazard, oltre agli ex banchieri, ben più noti in ambito italiano, Rainer Masera e Enrico Salzi (ai quali sarebbero andati circa 100 mila euro).

Un importo notevole, ripetiamo, sebbene scarsamente incisivo rispetto agli oltre 3,4 miliardi di euro che la famiglia Besnier ha pagato per mettere le mani sulla società italiana dell’alimentare, attraverso la Lactalis. È invece di ieri l’annuncio del gruppo presieduto da Franco Tatò, di voler comprare per più di 900 milioni di dollari la controllata statunitense della Lactalis, da tempo attiva nel settore dei formaggi e dei derivati del latte.

Ma torniamo alle indiscrezioni sostenute da La Repubblica. Il quotidiano afferma che gli advisor finanziari di Lactalis, la banca Societe Generale, capeggiata in Italia da Patrizia Micucci, avrebbe ricevuto un compenso di circa 10 milioni di euro. Sono invece 7 i milioni di euro che il quotidiano afferma siano finiti nelle casse di Lazard, la banca d’affari statunitnese che nell’ambito della maxi transazione ha svolto il ruolo di consulente dei tre fondi esteri (Zenit Asset Management, Skagen, Mackenzie) e che con la cessione della propria quota alla società francese hanno di fatto sottratto il controllo del gruppo alla cordata italiana guidata da Intesa.

TARGET PRICE PARMALAT MARZO 2012

Il manager Massimo Rossi avrebbe infine ricevuto un compenso di 2,7 milioni di euro, mentre sono 2,5 i milioni di euro finiti nello studio legale Cova. Per esser stati presentati come possibili consiglieri al fianco del manager Rossi, Rainer Masera e Enrico Salza hanno invece ottenuto circa 100 mila euro. Si attendono conferme.

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