Investire in Oro maggio 2012

 L’avvio verso il secondo semestre del 2012 in corso continua a riservare sorprese ed anche sul mercato delle commodities si moltiplicano i dubbi e le incertezze.

Con gli USA che puntano ai target rialzisti, grazie anche all’IPO di Facebook ed all’ottimismo sullo sviluppo del settore hi-tech, tutte le preoccupazioni si riversano in Eurozona dove si continua a parlare di un’Euro diviso e della mancanza di un nucleo centrale in grado di gestire correttamente la moneta unica.

Le ripercussioni sul mercato dei cambi ha creato contrasti che ancora devono trovare soluzione, mentre sul mercato delle commodities gli investitori non riescono più a trovare “conforto”, dovendo comunque far fronte a problemi legati al passato.

L’andamento positivo di lungo termine dell’oro da un lato ha attratto investitori da tutto il mondo; il bene di rifugio per eccellenza potrebbe però essere arrivato al capolinea e prima di vedere i duemila punti sfiorati dal book di negoziazione si potrebbe assistere ad un ridimensionamento netto del prezzo. Anche se nel lungo termine questo è comunque un’occasione di acquisto, nel breve le perdite per i portafogli più sensibili sarebbero insostenibili. Sotto a quota 1550 scatta il segnale ribassista con target 1300, mentre l’eventuale recupero durante il mese di Maggio 2012 di quota 1700 negherà l’ipotesi ribassista rilanciando verso l’alto l’Oro, spinto anche dagli istituzionali che puntano ancora i riflettori sui 2000 punti, primo target di lunghissimo termine per una corsa destinata continuare ancora per anni.

ORO NON E’ PIU’ UN BENE DI RIFUGIO

Le aspettative rialziste di lungo termine quindi contrastano fortemente con il clima di ritirata che ancora aleggia intorno all’Oro; il quadro tecnico ricorda molto quello del Crude Oil, che al momento risulta essere il secondo bene di rifugio su cui istituzionali e privati scommettono senza pensarci due volte, anche se la volatilità tiene a distanza una grossa fetta di investitori retail.

ORO E ARGENTO IN RITIRATA DOPO I TIMORI PER IL DEBITO USA-UE

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