Super ricchi 2011 in crescita dello 0,8%

 Secondo quanto emerge dall’indagine sulla ricchezza individuale nel 2011 realizzata da Cap Gemini, il numero dei “Paperoni” è aumentato appena dello 0,8% a livello globale. Il numero di milionari è aumentato a quota 11 milioni di unità, ma la ricchezza totale è scesa a 42.000 miliardi di dollari dai 42.700 miliardi dell’anno precedente. L’indagine sugli high net worth individuals, cioè peersone con almeno un milione di dollari di patrimonio, è stata condotta da Cap Gemini in collaborazione con Royal Bank of Scotland. In linea generale, la crisi dei debiti sovrani europei e il rallentamento economico ha impattato negativamente sui grandi patrimoni individuali.

Un trend molto interessante che emerge dall’indagine è il sorpasso dei super-ricchi asiatici rispetto a quelli del Nord America: 3,37 milioni di unità contro 3,35 milioni. Il sorpasso è solo numerico, visto che i Paperoni nordamericani incidono per 11.400 miliardi di dollari sul totale della ricchezza rispetto ai 10.700 miliardi di dollari di asset detenuti dai super-ricchi dell’Asia-Pacifico. In Italia, invece, c’è stata una flessione del numero dei Paperoni a 168.000 unità dalle 170.000 unità del 2010.

ALLEANZA STRATEGICA ROCKEFELLER-ROTHSCHILD NEGLI USA

La motivazione del calo degli ultra-benestanti è dovuta alla debolezza dell’economia, alle difficoltà dell’euro e alla crisi del debito. Il trend al ribasso dovrebbe proseguire anche nel 2012, visto che l’incertezza sui mercati finanziari dovrebbe continuare e c’è in agguato il rischio di un rallentamento economico globale maggiore del previsto. La crisi economico-finanziaria attuale sta spingendo i super-ricchi verso una strategia di protezione del capitale, anche a discapito della remunerazione.

COME PROTEGGERSI DAI RIBASSI DELLE BORSE

Il flusso di denaro in acquisto si sta dirigendo verso i principali beni rifugio, come i Bund tedeschi e i Treasuries Bond americani: questi titoli di stato, anche se hanno rendimenti molto bassi tali da non riuscire a coprire nemmeno l’inflazione, vengono comunque acquistati in ottica di conservazione del capitale. In forte calo sono poi gli acquisti di azioni.

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