Fiducia consumatori in Italia, il domani preoccupa

 Precariato, contesto internazionale tinto di tonalità chiaroscure, debito europeo, situazione della Grecia che incombe su ogni singolo stato: sono solo alcuni dei fardelli che pesano sulle aspettative degli italiani, la cui fiducia continua a calare. Tra settembre e ottobre, le rilevazioni Istat hanno registrato registrano un ulteriore riduzione nei livelli di fiducia,che segnano un record negativo dal 2008 a oggi. L’indice relativo alla fiducia dei consumatori è calato dal 94,2 al 92,9, anche se ci sono delle sensibili divergenze tra le varie regioni. A livello nazionale, la flessione e’ diffusa a tutte le componenti e la riduzione é maggiore per l’indice che misura il complesso delle attese a beve termine.

Ed é sempre l’Istat a segnalare la riduzione delle vendite al dettaglio. Rispetto ad agosto 2010, l’indice grezzo del totale delle vendite segna un calo dello 0,3% e nel periodo che va da giugno ad agosto di questo anno l’indice è diminuito dello 0,4% rispetto al periodo marzo-maggio. Le vendite di prodotti alimentari aumentano dell’1,6%, mentre quelle di prodotti non alimentari segnano una riduzione dell’1,2%.

E’ arrivato il momento di reagire all’avvitamento del nostro Paese – é possibile leggere nel documento presentato agli Stati generali dal presidente Carlo Sangalli – nella spirale perniciosa tra l’indebolimento strutturale del suo potenziale di crescita e gli effetti depressivi delle pur necessarie manovre di risanamento della finanza pubblica.

Non aumentano neanche le speranze sulla situazione lavorativa: il domani continua a preoccupare, soprattutto i giovani, che non sanno in che modo potranno acquistare una casa, mantenere una famiglia e poter finalmente vivere autonomamente rispetto ai genitori. Il precariato é un fantasma che continua ad aleggiare sui progetti degli italiani e sembra non allontanarsi. Si deteriorano quindi, seppur con intensita’ sensibilmente minore, anche le attese sull’evoluzione del mercato del lavoro in questo difficile contesto economico italiano, mentre paradossalmente migliorano soltanto le valutazioni sull’opportunita’ presente del risparmio.

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