Istat: 255.000 nuovi posti di lavoro negli ultimi tre anni

Le aziende sempre attive, quelle che da ormai molte lune reggono portandolo sulle proprie spalle il tessuto imprenditoriale tricolore, hanno creato in tre anni (tra il 2013 e il 2015) 1,1 milioni di posti di lavoro. Di questi 845 mila sono quelli distrutti, con un saldo positivo di 255.000 posizioni.

Ford verso chiusura in Belgio

 Il gruppo auto Ford starebbe preparando la chiusura degli impianti di Genk, già fermo da diverso tempo, con i lavori in cassa integrazione. I media del Belgio non sembrano avere dubbi, e scommettono sulla pronta dismissione dello stabilimento. Gli stessi sindacati sono inoltre stati convocati dall’azienda che, dopo un consiglio di amministrazione, ha deciso la triste sorte dell’unità produttiva belga. Sono circa 4.300 gli operai che, in seguito alla decisione del board societario, rischiano di rimanere definitivamente a casa entro un anno.

Intesa Sanpaolo stima altri 1.000 esuberi

 Intesa Sanpaolo programma altri 1.000 esuberi, calcolando che la riforma delle pensioni, a causa dei maggiori accantonamenti del gruppo al fondo di solidarietà, pesa per ulteriori 200 milioni di euro. A sostenerlo sono le principali sigle sindacali in realzione alla ripresa del confonto con la banca, sulla conferma dell’accordo sulle uscite precedentemente siglato nel luglio 2011, che comprende anche le politiche di nuova occupazione per i giovani. All’orizzonte una lunga serie di chiusure di sportelli e di filiali.

Proprio Francesco Micheli ha confermato la chiusura di 1.000 filiali per poter incrementare la redditività del gruppo: delle agenzie oggetto di serrata, circa metà sarebbero già state chiuse, mentre altre dovrebbero avvenire nei prossimi mesi. Ne conseguirà una eccedenza di personale di circa un migliaio di unità.

In Spagna tasso disoccupazione più alto dell’Ue

 Se in Italia preoccupa la mancanza di lavoro, la difficoltà di proseguire le proprie attività a causa delle tasse e una reale incertezza del futuro, in Spagna la situazione non sembra essere migliore. Con un aumento dei senza lavoro di 295.300 unità, il totale dei disoccupati spagnoli nell’ultimo trimestre dello scorso anno ha raggiunto i 5,27 milioni, in termini percentuali un tasso di disoccupazione al 22,85%. Il dato arriva dall’istituto statistico Ine che precisa, rispetto allo scorso anno, che il numero di disoccupati è cresciuto di 577mila unità. Un livello record dal primo trimestre del 1995, erano diciassette anni che non si era in una situazione del genere. Un dato peggiore di quanto stimato dagli analisti (22,2%) e più del doppio del dato medio europeo.

CUI e contratto di apprendistato a confronto

 Eccoci finalmente alla fase 2 della manovra finanziaria, quella che dovrebbe attenersi a regole volte a incentivare la crescita del nostro Paese e a sostenere l’occupazione. Sembra che il governo faccia sul serio anche sotto questo punto di vista e intende una volta per tutte, mettere fine al livello di precarietà esagerato a cui abbiamo assistito in questi anni, dovuto all’abuso di contratti di lavoro che dovrebbero limitarsi realmente a situazioni di lavori autonomi, ma che spesso nascondono veri e propri rapporti di dipendenza. Entro breve tempo chi vuole flessibilità dovrà pagarla. E anche abbastanza cara. Suona come una minaccia forse, in realtà si vuole tendere a dare più certezze non solo ai giovani, ma anche a chi, in età più avanzata deve reintegrarsi nel mondo del lavoro a causa di mobilità e licenziamenti. Ecco le proposte del governo.

Mercato del lavoro nel 2012 ancora debole

 Il primo trimestre del 2012 continuerà a essere grigio per il mercato del lavoro: gli italiani in cerca di occupazione non avranno a disposizione nuove chance di impiego. Lo prevede un panel di oltre mille datori di lavoro delle aziende italiane intervistati da ManpowerGroup nell’ambito della ricerca ‘previsioni sull’occupazione‘: le aziende hanno espresso agli intervistatori le loro intenzioni di assunzione nel periodo gennaio-marzo 2012. Le imprese non hanno nascosto che la previsione sarà negativa e nello specifico si prospetta una riduzione delle richieste di lavoro pari al 7% circa, 2 punti percentuali in più rispetto al trimestre precedente ma ben 10 punti percentuali in meno rispetto allo scorso anno, quando la previsione espressa dai datori di lavoro per il primo trimestre 2011 raggiungeva quota +3%.