Licenziamenti Rcs in Spagna

 Brutte notizie per Rcs e, ancora una volta, provengono dal mercato spagnolo. La controllata iberica Unidad Editorial, che pubblica i quotidiani El Mundo, Marca, Expansion e altri prodotti editoriali, ha infatti presentato una situazione davvero critica per l’anno in corso. Gli incassi da pubblicità sono previsti in calo del 20 per cento, mentre la flessione delle vendite sarà pari al 15 per cento. Numeri che potrebbero regredire ulteriormente nel corso degli ultimi mesi dell’esercizio, aprendo margini di buia interpretazione per il futuro a breve termine del gruppo.

Riforme sistema bancario Spagna

 La Spagna ha approvato il pacchetto di riforme del sistema bancario del Paese. L’annuncio arriva dal ministro dell’Economia Luis De Guindos fatto in conferenza stampa TV. Al pari di soluzioni adottate da altri Stati in momenti diversi, anche in Spagna si è introdotta una “bad bank” dove far confluire tutti gli asset “pericolosi”, isolando la gestione di questi ed affidandola ad un team ben specifico.

Downgrade Spagna non così vicino

 La Spagna non è poi così vicina al downgrade. Ad esserne convinta è una delle principali agenzie di rating del mondo, Fitch, che avverte: se il Paese iberico domanderà aiuti finanziari, a quel punto potrebbe non essere inevitabile procedere a un taglio del rating di merito del debito. Rimane ora da comprendere quanto, effettivamente, le finanze pubbliche spagnole siano capaci di reggere con le proprie forze all’impatto della crisi economica finanziaria della seconda parte del 2012, e quante possibilità, invece, vi siano di ricorrere al fondo Salva Stati.

Aspettative positive sul Regno Unito

 Con un po’ di imbarazzo, il Regno Unito è costretto ad ammettere i suoi problemi, portandosi a sorpresa molto vicino alla Spagna e più distante dalla Germania. Cosa accomuna il Paese in recessione con il Regno Unito, forte fin’ora di una moneta solida ed un’economia sana? In entrambe le realtà il PIL è al livello inferiore dal 2008, ma non solo. I prestiti alle imprese da parte delle banche sono scesi al 3% di tasso annuo ed il disavanzo di bilancio è superiore all’8% del PIL del 2011.

Anche se il Paese, visti i numeri, è in crisi tanto quanto la Spagna, le aspettative sono completamente diverse; a fare chiarezza ci pensa Goldman Sachs, che spezza una lancia a favore del Regno Unito sottolineando tre differenze fondamentali; il mercato immobiliare, il mercato del lavoro ed il tasso di cambio. Tre sono quindi i vantaggi che allontanano dalla Spagna il Paese e, sempre secondo gli analisti della banca d’affari, le previsioni del PIL per tutto il 2012 sono tutto sommato positive, proprio alla luce di queste differenze.

Spagna in recessione

 Nessuna sorpresa; la Spagna entra ufficialmente in recessione e finalmente si valutano misure con questo presupposto, ora definitivo. Il primo trimestre del 2012 si archivia come l’ultimo del 2011, ovvero con una contrazione del PIL dello 0,3%, comunque inferiore alle attese (che prevedevano un -0,4%).

Il prodotto interno lordo è sceso dello 0.4% su base annua mentre le previsioni lo davano a -0,5% e così commentano gli analisti di Radobank:

Il Pil della Spagna si è contratto su base trimestrale dello 0,3%, un dato di poco superiore alle attese, che però sancisce l’entrata in recessione dell’economia spagnola

Rendimenti BTP decennale in salita, pericolo spread

 Il tonfo di ieri a Wall Street si ripercuote sulle Borse Europee in apertura, con il FSTE- Mib che scende fin dai primi scambi sotto al livello critico di 15.000 punti, negando per la giornata di oggi ogni speranza di recupero. Lo spread ne risente immediatamente, con un balzo verso quota 400 che porta il differenziale a sfiorare immediatamente i 386 punti per poi consolidare la tendenza rialzista.

Torna nelle sale trading l’accostamento Italia-Spagna; quest’ultima, con un differenziale ben oltre i 400 punti che spaventano l’Italia, è la prossima candidata al default nell’Eurozona e nonostante i fondi salva-stato sono ormai definiti la situazione spaventa comunque gli investitori, che continuano a nutrire dubbi sul futuro dello Stato.

Il New York Times punta il dito sugli acquisti delle banche italiane e spagnole rivolti al mercato dei titoli di Stato; secondo l’autorevole fonte le condizioni dell’Eurozona sono ben diverse da qualche mese fa’, grazie sopratutto all’operato di Mario Monti, ma questo non basta a far uscire l’Italia dalla zona a rischio.

Disoccupazione all’8.2% nell’area Ocse

 Secondo le stime il tasso di disoccupazione dell’Area Euro si attesta al 10.7%, mentre nei Paesi dell’area Ocse si parla di un 8.2% a febbraio scorso (in linea con il dato del periodo precedente). In Spagna i senza lavoro sono saliti dal 23.1% al 23.3% così come in Francia nello stesso periodo di riferimento sono saliti dal 9.9% al 10%. In Germania nel mese di febbraio il dato è pari al 5.8% (+0.1% rispetto a gennaio) mentre in Italia 9.3% con la crescita in termini percentuali maggiore tra i Paesi indicati (0.3%).

Nell’intera area Ocse ci sono quindi 44.8 milioni di disoccupati (300.000 in meno rispetto a gennaio). In un clima che sembrava di ripresa ed invece sembra stia diventando recessione si torna a parlare del mercato dei titoli di Stato ed in particolare si ricomincia ad accostare l’Italia alla Spagna. Nonostante la distanza sul piano economico e finanziario è ancora enorme tra i due Paesi i media sottolineano come lo spread dei titoli Italiani è estremamente vicino a quello dei titoli spagnoli (10 punti di differenza, sempre con riferimento al Bund ovviamente).

In Spagna tasso disoccupazione più alto dell’Ue

 Se in Italia preoccupa la mancanza di lavoro, la difficoltà di proseguire le proprie attività a causa delle tasse e una reale incertezza del futuro, in Spagna la situazione non sembra essere migliore. Con un aumento dei senza lavoro di 295.300 unità, il totale dei disoccupati spagnoli nell’ultimo trimestre dello scorso anno ha raggiunto i 5,27 milioni, in termini percentuali un tasso di disoccupazione al 22,85%. Il dato arriva dall’istituto statistico Ine che precisa, rispetto allo scorso anno, che il numero di disoccupati è cresciuto di 577mila unità. Un livello record dal primo trimestre del 1995, erano diciassette anni che non si era in una situazione del genere. Un dato peggiore di quanto stimato dagli analisti (22,2%) e più del doppio del dato medio europeo.

Bnp Paribas dismette i bond italiani in portafoglio

 Bnp Paribas, la banca straniera che possiede più titoli italiani, ha tagliato del 40% la quantità di bond italiani in portafoglio, con vendite pari a 8,3 miliardi di euro. Il numero uno di Bnp Paribas, Baudouin Prot, ha spiegato che i titoli sono stati tutti venduti sul mercato e nessuno alla Bce. La banca é é stata esposta anche con la Spagna: in questo caso l’esposizione è stata tagliata dell’81,5%, pari a 2,2 miliardi. E per non farsi mancare nulla la banca detiene anche titoli greci, l’istituto ha infine sottolineato che non ha in portafoglio credit default swap, derivati che assicurano sul rischio fallimento, sui buoni del tesoro ellenici.

Contingency plan per salvare Europa da rischio contagio

 Solo un piano d’emergenza potrebbe salvare i Paesi membri dell’Unione Europea dall’effetto contagio. La crisi che sta colpendo Italia e Spagna può mandare in frantumi l’euro con conseguenze drammatiche sull’economia mondiale, sostengono gli analisti. in realtà dobbiamo ricordarci che questo é successo e continua a succedere anche per il dollaro, ma gli americani non sembrano lamentarsi più del dovuto, consapevoli del fatto che, moneta debole significa anche più competitività globale a livello di esportazioni. Fatto sta che l’Europa sembra intenzionata a mantenere il suo altissimo livello di valore dell’euro (quasi arrivato al doppio rispetto al dollaro) e l’Ue, le banche centrali e il Fondo Monetario Internazionale sono al lavoro per pensare una soluzione.

Per evitare crac Italia e Spagna occorre soluzione shock

 Lo ha detto Nouriel Roubini in un discorso ad Helsinki, il professore della New York University ha dato un’importanza ancora maggiore alla situazione di crisi che afflige le due nazioni europee, sottolineando che i mercati dei titoli di Stato nei due paesi sono ”illiquidi” con pochi volumi scambiati, che per evitare il crac i Paesi hanno bisogno di una soluzione shock in futuro. Un’affermazione dura, ma che forse non si discosta troppo dalla realtà. Nel frattempo il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato al Re di Spagna Juan Carlos I il seguente messaggio al quale, in occasione della Festa nazionale, ha voluto esprimere, a nome suo e del popolo italiano, i piu’ fervidi voti augurali.

Fmi: la Spagna non è uscita dalla zona a rischio

 La Spagna stenta ancora ad uscire dalla cosiddetta “danger zone”, la zona che contraddistingue il massimo pericolo dal punto di vista finanziario: secondo il Fondo Monetario Internazionale, sono necessari altri interventi per ristrutturare l’economia interna e scongiurare il contagio della crisi del debito sovrano. La stessa organizzazione di Washington ha poi rincarato la dose in un report pubblicato nel corso della giornata di ieri, precisando che l’outlook iberico è ancora troppo complicato e che i rischi rimangono elevati.