Pimco vende titoli di stato italiani dopo il rally

 Il recente rally dei titoli di stato italiani, testimoniato anche dalla discesa dello spread Btp-Bund fin sotto 270 punti base, è stata per molti broker, asset manager e banche d’affari un’occasione per monetizzare i guadagni. Pimco, il più grande gestore obbligazionario al mondo, ha deciso di tagliare parte della sua esposizione sui titoli di stato italiani dopo il rally avvenuto nell’ultimo mese. Pimco (Pacific Investment Management Company) ha venduto anche titoli di stato spagnoli, che sono stati protagonisti di ottime performance negli ultimi giorni.

Bilancio comune Eurozona

 Il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy ha lanciato l’idea di istituire un ministero del Tesoro comune per l’intera area euro. Una figura che potrà emettere titoli pubblici, e agirà in modalità gestionale nei confronti di un bilancio comune, potendo altresì spingere gli Stati a varare le riforme strutturali attese in cambio di incentivi economici, e non solo. Il tutto, all’interno di un’anticipazione contenuta nel rapporto a firma dello stesso presidente, dal titolo “Verso un’autentica unione economica e monetaria”, che dovrebbe guidare la creazione della nuova Unione Monetaria fino a dicembre.

Eurozona unita a tutti i costi

 Povertà mai sperimentata prima. È questa la previsione che ha formulato il ministro delle finanze greco, Yannis Stournaras, a chi gli domandava cosa sarebbe accaduto in caso di uscita della Grecia dall’Eurozona. Una profezia tetra, accompagnata dalla conseguente affermazione secondo la quale occorrerà fare tutto quanto è possibile per “rimanere sotto l’ombrello dell’euro”, considerato – appunto – l’unico salvataggio se il Paese non vuole affrontare una povertà record, che gli ateniesi non hanno mai provato nella loro storia.

Aspettative positive sul Regno Unito

 Con un po’ di imbarazzo, il Regno Unito è costretto ad ammettere i suoi problemi, portandosi a sorpresa molto vicino alla Spagna e più distante dalla Germania. Cosa accomuna il Paese in recessione con il Regno Unito, forte fin’ora di una moneta solida ed un’economia sana? In entrambe le realtà il PIL è al livello inferiore dal 2008, ma non solo. I prestiti alle imprese da parte delle banche sono scesi al 3% di tasso annuo ed il disavanzo di bilancio è superiore all’8% del PIL del 2011.

Anche se il Paese, visti i numeri, è in crisi tanto quanto la Spagna, le aspettative sono completamente diverse; a fare chiarezza ci pensa Goldman Sachs, che spezza una lancia a favore del Regno Unito sottolineando tre differenze fondamentali; il mercato immobiliare, il mercato del lavoro ed il tasso di cambio. Tre sono quindi i vantaggi che allontanano dalla Spagna il Paese e, sempre secondo gli analisti della banca d’affari, le previsioni del PIL per tutto il 2012 sono tutto sommato positive, proprio alla luce di queste differenze.

Cosa succede se l’Euro crolla

 E se l’Euro crollasse? Se l’Unione si riducesse a pochi Stati mentre negli altri si ritorna alle monete precedenti, cosa succederebbe? Secondo uno studio Tedesco, le conseguenze sarebbero devastanti a livello mondiale.

L’Istituto per la ricerca economica mondiale di Amburgo (HWWI) con la società PWC di Francoforte ipotizza questo scenario ed arriva alla conclusione che le conseguenze di una spaccatura nell’Eurozona sarebbero devastanti prima di tutto per le esportazioni della Germania, e poi anche per tutti i Paesi in crisi che, secondo gli esperti, traggono ancora profitto dallo Stato Federale Tedesco. Ancora una volta si fa’ una distinzione netta tra i Paesi in crisi, considerati una zavorra per l’Euro fino a pochi mesi fa’, e la Germania, che sembra sempre guardare dall’alto la Moneta Unica.

Standard & Poor’s considera l’Italia un rischio per l’Euro

 Dure le parole di Moritz Kraemer in una giornata tinta di rosso per le borse Europee; l’analista dell’agenzia di rating Standard & Poor’s non si risparmia e non ha dubbi sulla posizione dell’Italia nell’Eurozona. Il Bel Paese “resta nell’occhio della tempesta” fa’ sapere il responsabile dell debito sovrano di S&P, cambiando ancora una volta l’opinione generale sulla zona euro.

Se in Europa si cominciava a pensare alla ripresa dopo il successo dello swap di Atene e l’approvazione degli aiuti alla Grecia, le agenzie di rating rimescolano le carte parlando dell’Italia come il maggior rischio per l’Eurozona (così come prima lo era, appunto, la Grecia). Gli analisti si esprimono duramente anche verso la BCE stessa:

PIL Eurozona in calo, Borse accelerano al ribasso

 Dopo un’avvio di seduta non entusiasmante (per non dire negativo) le Borse Europee accelerano al ribasso trainate dal settore Auto (a sua volta condizionato dal Salone di Ginevra) mentre alle 11:00 il colpo di grazia arriva dal PIL dell’Eurozona.

Nel settore auto il peggior titolo Europeo è ancora Peugeot che estende le perdite oltre il 6% ed annuncia un aumento di capitale da 1 miliardo a 8.27 euro, mentre Fiat a Piazza Affari scende velocemente sotto a quota 4.57 euro per arrivare a sfiorare 4.45 proprio in questi minuti, aggravando il doppio massimo discendente sul grafico orario dei giorni precedenti.

A virare in negativo una giornata che poteva ancora trovare un’equilibrio è stato il PIL dell’Eurozona che si conferma in  calo nell’ultimo trimestre dell’anno scorso. La flessione è dello 0.3% considerando anche i 27 Paesi mentre in Italia è stata dello 0.7%.

Aste spagnole positive, ma i mercati rallentano

 Nonostante l’emissione spagnola di Bonos risulta positiva nel complesso i mercati Europei soffrono della tensione accumulata nei giorni precedenti e sopratutto restano in grande attesa per i dati in uscita domani sul fronte USA su cui le previsioni sono negative.

Nel dettaglio l’asta di Bonos spagnoli è stata di 4560 milioni di euro di collocamento con rendimenti in calo rispetto ai precedenti che si attestano a 2.98%, 3.55% e 3.7% rispettivamente per le scadenze del 2015, 2016 e 2017. A frenare l’entusiasmo per il buon collocamento di oggi c’è il confronto con il precedente, nel quale l’importo emesso era nettamente superiore a quello previsto. Non si può comunque parlare di negatività da debito pubblico; la situazione in Europa si sta stabilizzando come mostrano le Piazze più importanti e sopratutto l’Euro che nei confronti del Dollaro sta lentamente recuperando il terreno perso.

Oro, quinto rialzo consecutivo al Nymex

 C’è un unico protagonista per le ultime contrattazioni del New York Mercantile Exchange: si tratta dell’oro, il quale ha letteralmente dominato la maggior borsa fisica per le commodities, facendo registrare il quinto rialzo consecutivo, un rialzo di non poco conto. Nello specifico, il metallo prezioso per eccellenza ha conseguito un ricavo pari a mezzo punto percentuale: il dato si riferisce al contratto future che giungerà a scadenza tra un mese, con una quota complessiva che attualmente ammonta a 1.549,20 dollari l’oncia. Le preoccupazioni per il debito sovrano hanno sicuramente favorito le contrattazioni auree, in particolare quelle relative all’area dell’euro, a causa degli stress test bancari e delle ondate speculative che riguardano alcuni paesi.

Grecia: aiuti anticrisi, cosa succede se li rifiuta

 La Grecia è dinanzi ad un bivio, così come lo sono sia l’Unione Europea, sia l’FMI, il Fondo Monetario Internazionale. La quinta tranche di prestiti non è stata concessa in attesa che il Governo ellenico vari le misure di austerità, ma a livello politico e sociale le tensioni sono altissime. Al punto che, come riportato dal WSJ, i mercati stanno scommettendo per la Grecia su una “soluzione Argentina”; in pratica si tratterebbe di andare in default e scaricare sul resto d’Europa buona parte delle proprie sventure.

Gran Bretagna, le banche temono il contagio greco

 Non si tratterà forse di una grande fuga come quella del celebre film di John Sturges del 1963, ma poco ci manca. Le principali banche della Gran Bretagna, in primis Standard Chartered e Barclays, stanno evitando come la peste l’area dell’euro, allontanandosi progressivamente da essa: il motivo è facilmente intuibile, si teme infatti il grave contagio di un possibile default della Grecia, con effetti simili a quelli provocati dal crack di Lehman Brothers.

Grecia: Eurozona la salva dal crac

 L’Eurozona continuerà a sostenere a livello finanziario la Grecia mettendo sul piatto nuovi finanziamenti che si andranno ad aggiungere al pacchetto da oltre 100 miliardi di euro che già nei mesi scorsi sono stati stanziati. Ad annunciarlo è stato Jean-Claude Juncker, il presidente dell’Eurogruppo, cogliendo l’occasione per ribadire come per il Paese ellenico non ci sarà default né tanto meno la sua uscita dalla moneta unica.