Spagna rifiuta politiche austerity

I recenti movimenti di protesta anti-corruzione hanno ottenuto grandissimi risultati presso le elezioni locali e regionali in Spagna, accaparrandosi Barcellona e stoppando la maggioranza del Partito popolare (Pp) a Madrid.

Si tratta di una battuta d’arresto storica per i partiti tradizionali.

Nella capitale, amministrata per gli ultimi 20 anni dalla formazione politica dell’attuale premier Mariano Rajoy e roccaforte conservatrice, un gruppo sostenuto dal partito anti-austerity Podemos potrebbe conquistare l’amministrazione comunale.

Nati sulla scia dei movimenti di protesta degli Indignados, che hanno portato in piazza tantissimi persone durante la crisi economica, i nuovi gruppi hanno puntato sulla lotta alla corruzione e alla disoccupazione la loro campagna elettorale. Migliaia di sostenitori di entrambi i partiti si sono riversati sulle strade di Madrid e Barcellona, per festeggiare.

Ahora Madrid, guidata dalla 71enne giudice in pensione Manuela Carmena, si è piazzata seconda nella capitale alle spalle del Partito popolare, al governo, ma potrebbe ancora amministrare la città nel caso formasse un’alleanza con i socialisti, finiti terzi. “Ricorderemo tutto questo come qualcosa di speciale e straordinario”, ha detto ai sostenitori nel centro di Madrid.

Il leader del gruppo a Barcellona, Ada Colau, è una 41enne attivista salita alla ribalta delle cronache per la sua strenua difesa dei cittadini dagli sfratti. “In questa titanica lotta di Davide contro Golia”, ha sottolineato, “abbiamo vinto perché abbiamo fatto cose incredibili con scarse risorse e il potere del popolo”.

In Polonia il conservatore Andrzej Duda è stato eletto presidente con il 52 per cento dei voti, battendo il capo dello stato uscente Bronislaw Komorowski. La vittoria del giurista 43enne potrebbe spianare la strada al ritorno al potere del suo mentore Jaroslaw Kaczynski, leader del partito conservatore e poulista Diritto e Giustizia (PiS), in occasione delle elezioni politiche previste in autunno. Se così fosse, la Polonia si avvierebbe sulla strada del regno UNito: già fuori dall’euro e sempre più tentato di uscire anche dall’Ue.