Grecia forma il nuovo governo pro-euro

 Il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, ha dichiarato che le forze politiche greche hanno raggiunto l’accordo per la formazione di un nuovo governo. La notizia è stata battuta già da tutte le principali agenzie di stampa internazionali. Il nuovo esecutivo sarà formato da Nea Dimokratia (partito di centro-destra), che avrà 129 seggi, Dimar (sinistra democratica), che avrà 17 seggi, e il partito socialista Pasok (33 seggi), che però non avrà poltrone nel nuovo esecutivo. Il nuovo governo greco avrà dunque 179 parlamentari di maggioranza su 300 membri complessivi, per cui il “cuscinetto” di sicurezza sarà pari a 29 voti.

Venizelos, ex ministro delle Finanze nel governo tecnico Papademos, non ha voluto incarichi per membri o ex ministri della sua formazione politica. Il Pasok si è dimostrata la terza forza politica del paese, ma nelle ultime elezioni è avvenuto un nuovo crollo del consenso e la perdita di migliaia e migliaia di vecchi elettori. Il Pasok potrebbe anche annunciare il cambio di sede, in una luogo più modesto rispetto all’attuale lussuosa sede del partito nel centro di Atene. Mancherebbero i fondi necessari per pagare l’affitto degli uffici e gli stipendi degli impiegati.

PARTITO PRO-EURO VINCE ELEZIONI IN GRECIA

Il leader del partito conservatore Samaras dovrebbe effettuare il giuramento intorno alle ore 18,30. La poltrona di ministro delle Finanze dovrebbe andare a Vassilis Rapanos, già presidente onorario della Banca di Grecia: è stato il consigliere del ministro delle Finanze tra il 2000 e il 2004, quando la Grecia entrò nell’euro. Il nuovo esecutivo dovrebbe essere ufficializzato in serata e prenderà forma a tre giorni dal voto di domenica.

CORSA AGLI SPORTELLI IN GRECIA

I partiti che stanno per formare il nuovo governo sono d’accordo sulla necessità di rivedere il severo piano di tagli imposto dalla troika, anche se restano divisioni su cosa chiedere all’Europa e al Fmi oltre che sul programma. Samaras vorrebbe più tempo per mettere in atto i tagli alla spesa pubblica di 11,7 miliardi di euro per il 2013 e il 2014, in modo tale da non soffocare i tentativi di ripresa economica.

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