Fininvest rinuncia ancora al dividendo

 Il 2011 di Fininvest, la celebre holding di proprietà della famiglia Berlusconi, non è stato certo uno dei migliori anni dal punto di vista finanziario: in effetti, il bilancio dello scorso anno del gruppo si è chiuso con un crollo piuttosto pesante per quel che concerne l’utile netto, con 7,5 milioni di euro in meno che non hanno consentito di sforare, come successo nel corso del 2010, i 160 milioni complessivi. Vari sono i motivi che spiegano una performance tanto negativa. In particolare, il risultato è stato sicuramente influenzato dalle svalutazioni che hanno riguardato alcune tra le più importanti attività finanziarie, in primis i titoli governativi della Grecia (i più altalenanti per quel che concerne l’eurozona) detenuti da Mediolanum, ma anche la quota di partecipazione all’interno di Mediobanca, visto che sono stati persi quasi quindici milioni di euro in questo senso.

FININVEST COMPLETA SWAP SU TITOLO MEDIASET
La conseguenza più immediata e diretta di tutto questo poteva essere prevista e in effetti si è puntualmente verificata: Fininvest ha deciso di non distribuire alcuni tipo di dividendo agli azionisti nel 2012. C’è da precisare, comunque, che il bilancio a cui si sta facendo riferimento è quello civilistico, mentre quello consolidato ha beneficiato soltanto di un esame da parte dell’assemblea degli azionisti.

BILANCIO MEDIASET 2011 APPROVATO

Come si legge chiaramente dalla nota della società, è il secondo anno di fila che si deve rinunciare al dividendo in questione, mentre invece il risultato dell’ultimo esercizio finanziario sarà destinato in blocco a una specifica voce, vale a dire quella degli utili portati a nuovo, una scelta che, secondo i vertici aziendali, metterebbe in luce l’impegno dal punto di vista della crescita. Intanto, si è provveduto anche a nominare il nuovo consiglio di amministrazione; entrando maggiormente nel dettaglio, la presidenza e il ruolo di amministratore delegato sono stati confermati, rispettivamente, a Marina Berlusconi e a Pasquale Cannatelli.

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