Sofferenze bancarie record in Spagna

 Nonostante il ritorno della fiducia sui bond governativi spagnoli, la discesa dei tassi sui Bonos e l’ottimo andamento dell’indice Ibex-35 della borsa di Madrid, la Spagna continua ad avere grossi problemi dal punto di vista finanziario ed economico. In particolare, continuano a pesare come un macigno le sofferenze bancarie, che a luglio scorso hanno evidenziato un nuovo record negativo. Sale così la pressione sul governo Rajoy per l’eventuale richiesta di salvataggio all’Ue e alla Bce, ovvero attraverso il fondo salva-stati Esm.

A luglio 2012 i crediti dubbi nei bilanci delle abnche spagnole hanno toccato il record di sempre a 170 miliardi di euro, ovvero il 9,86% di tutti i prestiti concessi dal sistema bancario. Una cifra enorme. Sono ormai 16 mesi consecutivi che le sofferenze bancarie continuano ad aumentare incessantemente. Da giugno scorso, cioè quando Rajoy ha chiesto il salvataggio da 100 miliardi per le banche spagnole, i crediti dubbi sono aumentati di oltre 13 miliardi di euro, cioè circa l’1% del totale.

Il problema è sempre lo stesso, ovvero la crisi del settore immobiliare che è responsabile di oltre il 60% di tutte le sofferenze bancarie in Spagna per una cifra monstre di 78,5 miliardi di euro. Il governo ha già nazionalizzato quattro istituti di credito: Bankia, CatalunyaBanc, Ncg banco e Banco de Valencia. Il settore immobiliare continua a sprofondare in una crisi senza fine: nel secondo trimestre 2012 il prezzo delle case è sceso come non accadeva dal 2007, segnando una flessione del 14,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Intanto, la Spagna sta valutando se richiedere a breve il salvataggio all’Ue, facendo attivare il nuovo piano anti-spread annunciato lo scorso 6 settembre da Draghi. Stamattina, però, lo spread Bonos-Bund è in calo a 418 punti base, che corrisponde a un rendimento lordo del decennale spagnolo pari al 5,83%. Secondo molti addetti ai lavori lo spread potrebbe a breve tornare a salire, visto che si stima il mancato raggiungimento del target del 6,3% del deficit di bilancio, a causa del buco della Catalogna.

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