Finanza etica, profitto a tutti i costi?

I nostri principi ed i nostri valori influenzano indubbiamente ogni azione della nostra vita ed ogni scelta. Se abbiamo dei risparmi è vogliamo investirli la scelta del fondo o della società dovrebbero essere altrettanto coerenti con tali valori. Ma come è possibile mettere in atto una finanza etica, quando finanza da sempre è sinonimo di profitto a tutti i costi, reddito massimo come unico obiettivo? Il modo c’è da qualche tempo a questa parte e si chiama finanza etica in Italia, socially responsible investment negli Stati Uniti e ethical investment in Gran Bretagna.

La finanza etica non è “beneficienza”, anch’essa mira ad un profitto, con la differenza che esso non è la sola ragione che spinge ad investire. Purtroppo gli istituti finanziari e le società che operano nel campo degli investimenti hanno velocemente compreso che la finanza etica avrebbe potuto attirare capitali di risparmiatori altrimenti diffidenti rispetto alla classica finanza cosicchè abbiamo assistito ad un moltiplicarsi di fondi di investimento con finalità “sociali” o semplicemente definiti etici, senza una reale motivazione.

Nella finanza etica è necessario essere ben consapevoli di “che fine fanno i miei soldi” quanto e forse anche di più di quando facciamo un normale investimento. Cerchiamo di capire quindi quando un investimento può essere realmente etico.


Un investimento etico è innanzitutto trasparente: le istituzioni finanziarie che si occupano di questo tipo di investimenti deve operare in modo comprensibile e chiaro per il cliente, il quale saprà in quali campi il suo denaro è stato investito.

Evitano ovviamente tutte le società e fondi che non rispettano i diritti della persona, per cui niente commercio di armi, aziende e prodotti che inquinano l’ambiente o che reprimono le libertà sfruttando i minori o imponendo condizioni di lavoro non consone.

Gli istituti finanziari che operano eticamente hanno criteri di prestito diversi da quelli classici, in cui la sovibilità del cliente può essere secondaria al progetto che presenta. Un investimento etico può, oltre che evitare certe tipologie di aziende, anche utilizzare criteri “positivi” e puntare su progetti socialmente utili, dall’energia rinnovabile, allo sviluppo di aree geografiche meno sviluppate. Il tutto con un rendimento che può essere inferiore, ma anche pari, se non superiore ai fondi tradizionali, con l’aggiunta di un rischio relativamente più basso.

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