Investire nei bond per non rischiare troppo

Crisi del credito e dei mercati globali: dove conviene investire riducendo i rischi? E’ quello che probabilmente si sono chiesti e si chiedono la maggior parte dei risparmiatori visto il contesto internazionale. Sono molti i gestori di fondi che a questa domanda rispondono “Bond!“. Bond sì, ma quali? Ci sono i corporate bond, le emissioni societarie, che però devono essere “maneggiati” con cura: da analizzare con cura il merito del credito dell’emittente, poichè in tempi di credit crunch le brutte notizie possono sempre essere in agguato. I corporate bond garantiscono meno sicurezza in periodi recessivi (o quasi) dei titoli di Stato, ma possono contare su fondamentali solidi, e se si sceglie di puntare su doppie o singole B è possibile ottenere rendimenti crescenti con rischi contenuti.

Ancora più sicure le società con rating a tripla A, attualmente acquistabili a prezzi bassi, adatti ad un investitore paziente che possa attendere almeno un paio di anni che i mercati si riassestino per ottenere un guadagno. Se comunque restate indecisi anche dopo aver dato un’occhiata ad alcune delle emissioni societarie ed i loro rendimenti potete scegliere anche di puntare su un ETF che replica l’andamento di diversi titoli corporate, così da poter diversificare settori e classificazioni, quindi rischi.

I più sicuri restano però senza dubbio quelli governativi, da affiancare magari ad un investimento in azioni per rendere più stabile così il proprio portfolio. Il rischio in questo caso è della bolla: i timori per la mimore crescita, le vendite che fioccano sui titoli più a rischio, hanno spinto in molti a scommettere sui bond governativi, i cui prezzi sono inevitabilmente saliti facendone calare i rendimenti.


I bond europei rispetto a quelli americani si sono dimostrati più stabili, grazie alla politica non interventista della Bce e ai minori timori di rallentamento, ma il film potrebbe ripetersi. La crescita dell’inflazione rischia di farli essere sovrappesati anche se, nonostante questo, essi rappresentano ancora i prodotti con il profilo di rischio migliore in tempi di rallentamento.

Se la Bce dovesse tagliare i tassi, ipotesi che dovrebbe realizzarsi entro la fine del 2008 l’outlook potrebbe migliorare. In alternativa ci sono anche i bond che puntano sui mercati emergenti, tornati alla ribalta dopo un breve periodo di stallo. Il miglioramento dei fondamentali di questi paesi ha fatto sì che il profilio di rischio si riducesse e che non rappresentassero più un investimento speculativo. Tra le aree geografiche più interessanti in questo senso sicuramente il Brasile e la Russia.