Amazon contro lo smart working?

Amazon contro lo smart working? Non proprio. Ma a quanto pare la società di Jeff Bezos pretende che i lavoratori siano in sede almeno tre volte alla settimana. E possiamo dibattere sul fatto che sia giusto o meno.

Modello di lavoro ibrido teoricamente ottimale

Soprattutto a causa della pandemia di coronavirus, lo smart working è diventato una delle fonti di lavoro più diffusa in molte parti del globo. In particolare per quelle realtà che lo consentono senza incorrere in problemi di logistica. Parliamo di una forma di lavoro sostenibile che in alcuni casi può risultare addirittura più comoda sia per i datori di lavoro che per i dipendenti.

In altri però, sul lungo termine, può rappresentare un calo della produttività. Non ci sorprende quindi che in particolare Amazon e alcune altre grandi compagnie vogliano nuovamente i propri dipendenti in sede. “Tutti in presenza, l’era dello smart working è finita. Ora bisogna adempiere ai propri doveri”. Da quel che è possibile evincere il ceo di Amazon Andy Jassy ha scelto la linea dura.

E la ragione sta, secondo il Financial Times, nel fatto che in molti non hanno rispettato quelle che erano le regole imposte per il lavoro ibrido. Amazon non ha problemi con lo smart working. Ma a quanto pare li ha con chi se ne approfitta. Ai dipendenti che dal controllo delle ore di lavoro è emerso che non abbiano rispettato il regolamento, è stata, infatti, inviata una email.

Amazon e i suoi dipendenti

La quale sottolinea direttamente l’invito a divenire nuovamente parte della squadra di lavoro in ufficio. “Ci aspettiamo che tu inizi a recarti in ufficio per tre o più giorni a settimana”, si legge nel messaggio. Recapitato proprio a coloro che negli ultimi due mesi non hanno timbrato il cartellino in azienda almeno tre giorni a settimana.

Dallo scorso 1° maggio infatti Amazon aveva stabilito che i suoi dipendenti avrebbero dovuto lavorare in presenza almeno tre giorni a settimana. I restanti due potevano svolgerli in telelavoro a patto di comunicarlo al proprio responsabile. Una decisione che non era piaciuta molto ai lavoratori che avevano minacciato anche pesanti scioperi.

L’approccio con lo smart working dei lavoratori di Amazon è stato sempre molto particolare. C’è chi in passato se ne è lamentato. Chi invece lo ha accolto con gioia e ne ha approfittato. Quel che è certo è che se sfruttato bene questo modello ibrido può funzionare per entrambe le parti. Ma deve esserci correttezza da parte di tutti.

Se non accade, ci si ritrova come Amazon in questo momento. Dove una opportunità di crescita viene sprecata da tutti e si ritorna al passato.