I cali degli indici di mercato del Giappone spingono il governo ad acquistare le azioni delle banche del paese

 Il governo giapponese potrebbe acquistare le azioni detenute dalle banche della nazione asiatica per favorire la stabilizzazione dei mercati finanziari: la decisione è stata presa dopo che l’indice di mercato domestico giapponese è caduto a livelli che non venivano raggiunti da cinque anni. I mercati azionari globali hanno perso più di 10 trilioni di dollari in valore monetario questo mese, quasi un terzo del totale delle azioni, in una situazione in cui le banche centrali e gli ufficiali finanziari non sono capaci di contenere l’erosione provocata in particolare dalle perdite di lavoro.

 

Sempre nella giornata di ieri l’indice Nikkei 225 ha conseguito una perdita pari al 9,6%. Le perdite finanziarie provocate dal turbamento economico dovrebbero spingere il governatore della Bank of Japan, Masaaki Shirakawa ed i suoi colleghi a tagliare le previsioni di crescita nei prossimi giorni. La grande speculazione è cresciuta a tal punto che la banca centrale del Giappone dovrà provvedere a tagliare anche i tassi di interesse a causa della recessione che sta colpendo la seconda maggior economia mondiale. Il governo giapponese ha riconosciuto che il paese è entrato nella sua prima recessione da sei anni a questa parte, soprattutto a causa dei declini nelle spese domestiche e negli ordinativi di autovetture.

 

Il legislatori della nazione asiatica dovrebbero considerare una rivisitazione delle leggi utilizzate per sostenere il capitale bancario e l’acquisto di quasi due trilioni di yen (21 miliardi di dollari) in azioni tra il 2002 e il 2006. Il governo ha anche annunciato anche che questo mese provvederà a porre fine alla vendita di quelle azioni che fanno parte del pacchetto di misure di sostegno al mercato. L’indice Nikkei 225, che ha chiuso ieri a quota 7,649, potrebbe scendere anche sotto quota 5,000. I leader asiatici ed europei stanno spingendo per una corretta regolazione finanziaria a livello globale, auspicando inoltre una riforma dei sistemi finanziari e monetary internazionali.

 

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