Si esaurisce il rimbalzo. Negli USA e in Asia in mercati tornano a scendere, preoccupa la crescita

 Torna il segno meno sui mercati azionari dopo le sedute negative negli Stati Uniti e in Asia. Gli sforzi delle istituzioni per mettere fine all’emergenza finanziaria non hanno portato nuovi rialzi. Negli USA Henry Paulson ha annunciato misure per la ricapitalizzazione del settore bancario, dando quindi avvio al piano B.  Il Tesoro degli Stati Uniti spenderà 250 miliardi di dollari per comprare azioni delle principali banche del paese, seguendo così il percorso di rafforzamento patrimoniale delle banche portato avanti dai paesi europei. In Giappone invece la banca centrale ha promosso una forte azione di sostegno ai mercati, mettendo a disposizione liquidità a breve termine in misura illimitata alle società che ne facessero richiesta . Come anticipato ieri i mercati sono tornati a concentrarsi sulle prospettive dell’economia e sui profitti delle società, con le sedute dominate dalle preoccupazioni per la capacità di spesa dei consumatori.

Ribassi significativi in particolare per il settore tecnologico e per i beni di largo consumo. L’indice Nasdaq ha perso il 3,5% per i dubbi sulla tenuta delle vendite di computer. Ribassi  intorno al 6% per Dell, Apple e Microsoft; Intel dopo aver perso più del del 6% è arrivata a guadagnare il 4% nel mercato after hours grazie a utili che hanno battuto le attese. Forti cali per Pepsi e Coca Cola, dopo che la prima ha ridotto le stime di utile per i prossimi mesi. Perdite infine per il settore delle materie prime, dopo che i timori recessivi hanno portato nuovi cali sui prezzi delle commodities. Forti rialzi invece per i titoli delle grandi banche; gli investitori hanno apprezzato l’intervento statale in quanto allontana ulteriormente le ipotesi di fallimento. Bank of America ha messo a segno un +16%, Citigroup +18%, Wells Fargo +10%. Prosegue il rimbalzo di Morgan Stanley che dopo il +85% di lunedì ieri è salita del 22%. In complesso l’S&P 500 ha perso lo 0,5%

In Asia l’indice MSCI Pacific ha segnato un ribasso dell’1,8%, In Giappone il Nikkei invece è salito dell’1,06%. Anche in questi casi a determinare i ribassi sono le preoccupazioni per la crescita. Il calo delle materie prime ha portato ribassi tra i titoli del settore estrattivo e dell’acciaio, soffrono poi anche le compagnie di trasporto marittimo a causa del possibile rallentamento degli scambi commerciali. Positivo il mercato giapponese grazie alla mossa della banca centrale in quanto terrà lontane le imprese dai rischi di deterioramento del mercato del credito.

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