Commodities: tornano gli acquisti a causa del dollaro debole. Due ETF su cui puntare

 Tornano a salire le commodities. Era da luglio che il mercato stava rintracciando dai massimi, ma adesso sempre più operatori sembrano credere all’avvio di una nuova fase di rialzi. Ieri lo Standard & Poor’s GSCI Index per le commodities è salito dell’8,4% con rialzi record per il petrolio (+17%), platino, argento e soia (+9%). L’ indice Reuters/Jefferies CRB, basato sui prezzi di 19 materie prime (dal caffè al greggio) ha messo a segno un rialzo del 3,9%, il più alto della storia dell’indice.

Il 2008 resterà comunque un anno particolare per le commodities: ad un primo semeste caratterizzato da una crescita straordinaria dei prezzi sono seguiti tre mesi di ribassi che hanno determinato una discesa altrettanto repentina (un movimento così veloce al ribasso non si vedeva dal 1956). Dietro la salita di inizio anno c’erano tre fattori: le attese per un aumento della domanda, la debolezza del dollaro e la speculazione trainata da investitori alla ricerca di prodotti caratterizzati da un rischio più basso di quello dei mercati azionari. La fase ribassista è stata determinata dal rimbalzo del dollaro, ma anche da una uscita degli investitori istituzionali da questo mercato. Sull’indice CRB sono infatti diminuite del 72% le posizioni rialziste, segno che Hedge Funds e simili hanno smesso di scommettere sui rialzi (da notare che l’indice CRB è il 20% più basso rispetto a giugno).

Cosa potrebbe accadere adesso? Il piano Paulson ha determinato un forte calo del dollaro sui mercati valutari a causa delle preoccupazioni per il bilancio pubblico degli Stati Uniti e per i prossimi periodi è verosimile il perdurare della debolezza. Un dollaro debole rende le commodities più convenienti per tutti i paesi al di fuori degli Stati Uniti; c’è quindi un aumento della domanda (le commodities sono scambiate in dollari, se il dollaro è debole risultano convenienti) da cui deriva l’aumento del prezzo. Inotre una così forte iniezione di denaro pubblico nelle casse delle banche porterà probabilmente ad una accelerazione dell’inflazione, altro fattore che rende preferibili le commodities alle azioni.

Per i prossimi mesi è quindi possibile che i prezzi continuino a salire. In particolare sarà il caso di tenere d’occhio l’andamento del dollaro e la crescita delle economie dei vari paesi: un dollaro debole e una crescita costante sicuramente spingerebbero verso l’alto le commodities. Per chi volesse investire consigliamo due ETF quotati a Milano:

Lyxor ETF Commodities CRB (Reuters/Jefferies CRB Index) a gestione passiva, riproduce l’andamento dell’indice CRB (19 commodities);

EasyETF S&P GSCI Ultra Light Energy , anche in questo caso si vuole replicare l’andamento dell’indice, in questo caso però il paniere è composto da 24 materie prime i cui pesi sono: Energia (26%), Metalli Preziosi (6%), Agricoltura (29%), Metalli Industriali (26%) e Allevamento (12%).

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