Nuovi dettagli sul piano Paulson: 700 miliardi per liberare le banche dai titoli ad alto rischio.

 Il piano di intervento anticipato da Paulson venerdì ed in grado di spingere i mercati al rialzo inizia a prendere forma. Ieri pomeriggio l’amministrazione Bush ha inviato al Congresso la richiesta di approvazione la quale potrebbe essere concessa già il prossimo venerdì. Centro della proposta è l’attribuzione al Dipartimento del Tesoro americano (in pratica il ministero dell’economia) del potere di acquistare strumenti finanziari collegati ai mutui ad alto rischio. Potranno essere spesi fino a 700 miliardi di dollari in modo da liberare le banche americane dal rischio di ulteriori pesanti svalutazioni. Il Congresso dovrà quindi anche accettare che il debito pubblico americano salga da 10’615 a 11’315 miliardi di dollari. Da sottolineare inoltre che il Dipartimento del Tesoro avrà in pratica totale libertà di azione in modo da poter portare avanti interventi più flessibili. Fonti anonime hanno tuttavia anticipato che si prevedono aste mensili durante le quali il governo americano comprerà ogni volta asset fino ad un massimo di 50 miliardi.

Ma perché si è ritenuto necessario mettere in campo un intervento del genere? Adesso quasi tutte le banche americane hanno iscritto nel bilancio tra le attività titoli legati ai mutui subprime. Il problema è che nessuno sa con esattezza il reale valore di quei titoli. Tutto dipende in ultima analisi dalla capacità dei mutuatari americani di pagare le rate dei mutui contratti: se pagano con regolarità non ci sono problemi, altrimenti potrebbero divenire necessarie nuove svalutazioni. Calcolare la probabilità che un mutuatario smetta di pagare quanto dovuto è però quasi impossibile e la crisi in atto dimostra che tale rischio era stato sottovalutato. L’arrivo sul mercato di un ente pubblico che acquisti questi titoli produrrà due effetti: da una parte le banche riusciranno ad ottenere liquidità, dall’altra agli asset che rimarranno in bilancio verrà in pratica attribuito un prezzo di mercato che terrà conto anche dei rischi.

L’amministrazione Bush spera quindi di portare di nuovo fiducia nel mercato evitando quindi in modo definitivo che le attuali turbolenze portino ad una paralisi di tutto il sistema finanziario. Questi 700 miliardi di dollari si sommano poi alle cifre già messe in campo nelle passate settimane stimate da reuters pari a 1’100 miliardi di dollari tra prestiti, crediti e via dicendo. In tutto fanno quindi 1’800 miliardi di dollari. Per avere un’idea di quanto sia grande questa cifra pensiamo che il debito pubblico italiano equivale a circa 2’200 miliardi di dollari.