La crisi economica spagnola

Non c’è stato nemmeno il tempo di festeggiare per il clamoroso sorpasso effettuato dalla Spagna sull’Italia a livello di Pil procapite, che ecco arrivare per gli iberici la scure di quella che potrebbe essere una delle peggiori crisi economiche degli ultimi venti anni.

Tutti gli studi di ricerca prevedono un aumento del Pil al massimo dell’ 1%. Aumento irrisorio, se rapportato agli ultimi dieci anni spagnoli, e la disoccupazione arriverà a superare la fatidica cifra dei 3 milioni.


L’ inflazione vola oltre il 4,6%. La fiducia dei consumatori di conseguenza è scesa ormai ai livelli più bassi degli ultimi vent’anni. E non è un caso se un recente sondaggio ha mostrato come i popolari a soli tre mesi dal voto siano già ad un passo dai socialisti del premier. E non potrebbe essere altrimenti se si pensa che l’unica decisione finora adottata da Zapatero per cercare di ridurre al minimo il calo dell’occupazione, è il piano con il quale si propone a un milione di stranieri (i più colpiti dal crollo del settore edilizio) di lasciare il paese, in cambio di incentivi economici. Ma i risultati sembrano tutt’altro che incoraggianti. Il deficit commerciale ha, infatti, subìto in gennaio una impennata del 20,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a 9 miliardi e 152 milioni. Come anche le promesse elettorali di aumentare di 2 milioni i posti di lavoro nei prossimi quattro anni rischiano di restare lettera morta. Insomma forse per la Spagna in questo periodo, l’unica magra consolazione potrebbe arrivare proprio dagli europei di calcio.

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