Niente ICI e niente infrastrutture e difesa del suolo in Sicilia e Calabria

Il taglio dell’ICI ha reso contente un numero immenso di famiglie, l’abolizione della tassa sulla prima casa farà si che gli italiani possano dedicare ad altre spese la somma che fino a poco fa veniva periodicamente sottratta. Ricordiamoci però che lo Stato rappresenta un’azienda, seppur senza scopo di lucro, per cui il “risultato di esercizio” non può chiudere in perdita. Non avendo ovviamente uno scopo lucroso, è comunque auspicabile che possa chiudere i conti di fine anno almeno alla pari. Cosa significa? In parole semplici, dato che è stata abolita la tassa Ici che per lo Stato rappresenta un entrata, ovviamente per pareggiare tale perdita lo Stato dovrà ridurre i costi. Ed anche in questo caso lo Stato non si è smentito ed ha pensato di sottrarre somme dai fondi che erano destinati alle infrastrutture e alla difesa del suolo (ex risorse Ponte Stretto) in Sicilia e in Calabria (1.363,5 milioni di euro).


Dati che hanno reso furioso Oliverio presidente della provincia di Cosenza:

E’ grave che il governo carichi all’80% sulle spalle di Calabria e Sicilia la copertura finanziaria del taglio dell’Ici che interessa l’intero Paese, un colpo di spugna ha cancellato un miliardo di euro per il 2008 e il 2009 impedendo alle Province di realizzare i programmi approvati e la loro conseguente progettazione.

Secondo le previsioni serviranno complessivamente 2,6 miliardi di euro per rimborsare i comuni dei mancati introiti dovuti all’abolizione dell’Ici. Una cifra che comprende anche lo sgravio già introdotto da Romano Prodi. Le province e i comuni calabresi si sono incontrati nei giorni scorsi a Sibari, per una manifestazione regionale dal titolo che non si risparmia e non lascia dubbi: “Fondi statale 106 dirottati: uno scippo intollerabile”. Una riunione convocata dai presidenti delle province di Cosenza e Crotone, Mario Oliverio e Sergio Iritale.

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