Citigroup, una delle principali banche degli Stati Uniti, non sta vivendo uno dei momenti più brillanti della propria storia: ne è una chiara conferma l’ultima decisione aziendale che i vertici sono stati costretti a prendere, vale a dire il licenziamento di oltre tremila dipendenti, una scelta che comunque era nell’aria, visto che l’amministratore delegato Vikram Pandit ha appena ridimensionato i costi per far fronte alla crisi e l’ambito occupazionale è sempre uno dei più colpiti in questi casi. Questi tagli, in particolare, costituiscono circa l’1% dell’intero staff di Citigroup, potrebbe sembrare una percentuale poco significativa, ma la stima è addirittura destinata a crescere, come confermato da alcune indiscrezioni anonime.
Tra i vari posti di lavoro che potrebbero essere cancellati, infatti, figurano novecento addetti della divisione attiva nel trading bancario e nelle operazioni di investimento, ma si tratta ancora di possibilità e non c’è nulla di certo in tal senso. La terza banca americana per volume di assets, inoltre, può contare su 267mila dipendenti, un totale che è stato raggiunto proprio nel corso del terzo trimestre di quest’anno. Il tentativo di controllare le spese ha dunque condotto a queste estreme conseguenze, molti business stanno già tremando al pensiero di quale destino verrà riservato loro. Eppure, tra luglio e settembre il profitto della compagnia è aumentato di ben 74 punti percentuali, grazie soprattutto all’impatto provocato dal trading e dagli investimenti bancari, quindi i ricavi sono diventati più importanti dei lavoratori.
I licenziamenti sono stati anticipati dal Wall Street Journal e ora sono praticamente noti a tutti; quello che è noto, però, è anche il calo del titolo in questo 2011, circa il 41% presso la Borsa di New York. Lo stesso Pandit, infine, ha provveduto a rimescolare le carte per quel che riguarda i propri top manager: ad esempio, Manuel Medina-Mora è divenuto responsabile per i consumi globali, mentre Mike Corbat ha assunto l’incarico di ad per l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente.
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