Tornano a scendere i listini: forte perdite in USA e Brasile. Giù banche, petrolio e materie prime

 Torna il rosso su tutte le borse mondiali, segnale che l’euforia portata sui mercati dall’acquisto di Fannie Mae e Freddie Mac è durata un solo giorno. E se ieri in Europa il calo c’è stato, ma moderato (perdita massima il -1% di Parigi), stessa cosa non si può dire di Stati Uniti e Brasile. Nel paese a stelle e strisce lo Standard & Poor’s 500 ha perso il 3,4%, segnando il peggior calo da un anno e mezzo ad oggi; in Brasile invece il Bovespa ha lasciato sul terreno il 4,5%. Ma vediamo con ordine cosa è successo.

L’inflazione in Brasile condiziona i tassi d’interesse

In Brasile l’inflazione potrebbe superare nel 2008 il 6,5%, è questo quello che dicono le ultime stime. Segnali negativi se si pensa che l’obiettivo della banca centrale brasiliana era un’inflazione al 4,5% con un livello massimo accettabile del 6,5%, soglia che potrebbe appunto essere superata se non ci fossero interventi di politica monetaria (interventi cioè sulla massa di liquidità interna al paese al fine di modificare l’offerta di moneta in modo da influenzare i tassi di interesse).
Proprio domani la banca centrale brasiliana si esprimerà sui tassi. Le attese sono di un aumento di almeno 50 punti base, il che porterebbe l’obiettivo per il tasso SELIC al 12,75% (è chiamato così in Brasile il tasso overnight di riferimento, il tasso cioè a cui le banche si prestano soldi per un arco di tempo di 24 ore).