Quotazione titolo Mediobanca 3 settembre 2012

 Il titolo Mediobanca è stato senza dubbio uno dei tempi più caldi sul listino azionario milanese nel mese di agosto. Venerdì il titolo bancario ha chiuso con un rialzo dello 0,8% a 3,722 euro, non lontano dal top mensile di 3,832 euro toccato solo un paio di giorni prima. Ad agosto la performance del titolo Mediobanca alla borsa di Milano è stata positiva per il 33,2%. Un rialzo davvero interessante, se si considera che il 25 luglio scorso le azioni di Piazzetta Cuccia avevano toccato un minimo storico a 2,34 euro.

Ma quali sono i fattori che hanno contribuito alla rinascita del titolo ad agosto? In primis il buon andamento del listino azionario FTSE MIB, che ha contribuito a calamitare l’attenzione degli investitori sui titoli a maggiore beta come appunto i finanziari. Inoltre, prende sempre più corpo l’ipotesi di una redistribuzione degli interessi della banca d’affari, che nei prossimi mesi potrebbe alleggerire la sua partecipazione in almeno tre grandi società italiane: Generali Assicurazioni, Pirelli & C, Rcs MediaGroup.

Tra le principali partecipazioni di Mediobanca troviamo il 13,465% di Generali, il 14,209% di Rcs MediaGroup, il 12,657% di Gemina, l’11,62% di Telco, il 22,13% di Burgo Group, il 6% di Delmi, il 6,5% di Sintonia, il 3,954% di Pirelli & C e l’8,141% di Italmobilare. L’amministratore delegato Alberto Nagel sembra il principale artefice di questa possibile rimodellatura. Il top manager di Mediobanca vuole trasformare sempre più l’istituto in una grande banca d’affari dal precedente status di holding di partecipazioni.

Nelle ultime settimane Piazzetta Cuccia ha riacquistato il ruolo di crocevia di interessi della finanza italiana. Di recente, ad esempio, Rcs ha quasi triplicato il suo valore in pochi giorni, accendendo la creatività degli investitori. Le partecipazioni di Mediobanca hanno un peso rilevante sul bilancio, basti pensare che Generali ha richiesto un investimento superiore ai 2 miliardi. Considerando la crisi europea e del settore bancario, un riassetto strategico appare dunque inevitabile.

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