Qualcosa si muove nella BCE: la data di taglio dei tassi si farebbe più visibile rispetto al passato. Anche se viene sottolineato ancora una volta un fattore imprescindibile in questo momento.
La posizione della BCE
Qualcosa che era già stato detto ai tempi e che viene ribadito, ovvero l’attenersi ai dati in arrivo. Nella minute del consiglio direttivo della BCE di inizio marzo, infatti, i governatori erano concordi nel non discutere del taglio dei tassi in quella specifica occasione.
Il fatto che una data per il taglio sia più vicina però, è parte del testo presente nella stessa minute sopra descritta. Citiamo testualmente: “La data per un primo taglio dei tassi comincia ad essere più chiaramente visibile.” E “gli argomenti a favore di un taglio si stanno rafforzando”.
Non si tratta di certo di un’apertura molto ampia, ma qualcosa di diverso rispetto al passato c’è. All’interno del testo è possibile notare come cautela e pazienza in merito alla discesa dell’inflazione siano atteggiamenti da mantenere.
Come sempre si continuerà seguendo una linea di continuo confronto con i dati per gestire la politica monetaria della BCE. Ed è stato sottolineato che “sebbene fosse saggio attendere dati e prove in arrivo, le ragioni per prendere in considerazione un tagli dei tassi” si sono rafforzate.
La motivazione di questa considerazione è strettamente legata alle ultime proiezioni degli esperti della BCE sui progressi raggiunti dai tre criteri da osservare. Non solo, si parla anche di errori di proiezione più contenuti e di una valutazione del rischio più equilibrata rispetto al passato. È per tale ragione che si pensa che la data di un primo taglio dei tassi di interesse possa essere più vicina.
I dati sempre fondamentali
Nella riunione del consiglio direttivo la BCE ha sottolineato anche che, tra i dati che si avranno a disposizione, non ci saranno solo le nuove proiezioni macro. I dati raccolti prima della riunione del prossimo giugno, soprattutto in merito la dinamica salariale, saranno in grado di rendere più chiara la via da seguire. Si legge infatti nella minute che le informazioni disponibili ad aprile, più limitate, renderebbero difficile una “sufficiente fiducia sulla sostenibilità del processo di disinflazione”.
La sostenibilità di questo processo è proprio uno dei fattori che preoccupano i governatori della BCE, soprattutto per quel che concerne l’inflazione interna e i servizi. La ragione sta nelle prospettive decisamente incerte per quel che riguarda la produttività, la crescita dei salari e i margini di profitto.
Per ottenere un quadro favorevole e aumentare le fiducia, la BCE ha ritenuto importante attendere dati che confermassero le ipotesi e le previsioni eseguite.