Alitalia: cordata sì, cordata no

Questa volta quello di Silvio Berlusconi non sembra affatto un appello; il Cavaliere si è deciso a fare i nomi degli imprenditori che sarebbero interessati a presentare un’offerta per la compagnia di bandiera: Mediobanca, Eni, Ligresti e Benetton. La rivelazione è arrivata appena prima la chiusura della Borsa, così come aveva chiesto la Consob.

Mentre Berlusconi nega una possibile partecipazione dei propri figli alla cordata per evitare possibili accuse di conflitti di interesse, Spinetta va avanti per la propria strada e probabilmente stasera invierà ai sindacati il nuovo piano da cui partire per proseguire le trattative.

Air France sembra ora disposta a posticipare la data del 31 marzo come termine ultimo, non è sicuro che lo sia altrettanto il cda di Alitalia, consapevole della propria scarsa liquidità. Ma la cordata quando dovrebbe farsi viva? Sempre secondo il candidato premier del Pdl si tratta di aspettare pochi giorni e batterà un colpo: il gruppo interessato ad Alitalia dovrebbe chiedere quattro settimane di tempo per presentare un’offerta.


I sindacati nel frattempo sembrano non dare troppo peso ad un’eventuale cordata italiana, mentre si concentrano sulla nuova proposta di Air France, di cui ancora non si conoscono i dettagli.

In Borsa il titolo Alitalia ha chiuso ieri a +26,1%, dopo aver raddoppiato il suo valore (+110%) in sole quattro sedute, ma Standard and Poor’s ne ha deciso il declassamento a causa della troppa volatilità. Alitalia fuori dal S&P Mib, al suo posto Geox.

Cordata sì o cordata no, il futuro prossimo di Alitalia non appare roseo, ma questo sembra importare poco a quanti sfruttano le sorti di una compagnia di bandiera per guadagnare l’1,5% nei sondaggi, peraltro già abbondantemente a favore di una parte. Non metto in dubbio che una nuova offerta tutta italiana possa emergere a breve, anzi probabilmente possiamo anche indovinarne la data, proprio agli sgoccioli della campagna elettorale.

Ma una cordata italiana sarebbe davvero in grado di risollevare Alitalia? Le risorse, se i nomi fatti da Berlusconi sono esatti, non mancherebbero certo, ma come farebbero fronte ai debiti? Niente esuberi? E Malpensa? Guai a chi tocca l’aeroporto milanese, anche se rappresenta una perdita, e così via. Sapete cosa penso? Che la facciano pure un’offerta, che si prendano Alitalia, ma io sono convinta che dopo poco tempo risaremmo al punto di partenza e allora sì che Air France, o un’altra, potrà fare un’offerta prendere o lasciare.

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