Dismissioni Eni 2013

 Eni prosegue senza interruzioni con il suo piano di dismissioni. La compagnia energetica italiana ha infatti ceduto il 6,7 per cento detenuto nella portoghese Galp, ad un prezzo che supera i 677 milioni di euro. Negli scorsi mesi la società aveva invece ceduto sul mercato azionario l’1,3 per  cento del capitale sociale di Galp. Stando agli analisti, l’incasso derivante dalla cessione è da considerarsi positivo sia in termini di riduzione del debito che di finalizzazione del processo di disposal.

Per quanto concerne la dismissione Galp, Eni ha comunicato di aver concluso il collocamento di 55.452.341 azioni ordinarie della società, pari a circa il 6,7 per cento dell’intero capitale sociale (a proposito di Eni, vedi anche i 10 titoli da comprare in Borsa). L’offerta delle quote è stata rivolta espressamente nei confronti di un cluster di investitori istituzionali qualificati, e si è conclusa sul prezzo finale di 12,22 euro per azione. Nella stessa nota Eni precisa come l’operazione verrà regolata in data 5 giugno mediante consegna dei titoli agli investitori e pagamento del corrispettivo ad Eni, e come l’intera transazione sia stata supportata da Goldman Sachs e Mediobanca in qualità di Joint Bookrunners.

Come ricordato da FinanzaOnline, nonostante la dismissione, Eni possiede ancora il 16,34 per cento di Galp, di cui l´8 per cento a servizio dell´exchangeable bond di circa 1.028 milioni di euro emesso il 30 novembre 2012 con scadenza 30 novembre 2015 e l´8,34 per cento soggetto a determinati diritti esercitabili da Amorim Energia.

Intanto, poche ore fa il consiglio di amministrazione della compagnia ha deliberato la potenziale emissione di uno (o più) prestiti di natura obbligazionaria da collocare presso investitori istituzionali al prezzo di 3 miliardi di euro complessivi, che verranno emessi in una o più tranche entro il 30 maggio 2014. Scopo delle emissioni è quello di “mantenere una struttura finanziaria equilibrata in relazione al rapporto tra indebitamento a breve e a medio-lungo termine e alla vita media del debito”.