Governo Monti perde fiducia al Senato

 Torna la tensione sullo spread Btp-Bund, che stamattina ha sfiorato quota 330 punti base. Attualmente la quotazione dello spread italiano è pari a 325,5 punti base, che equivale a un rendimento del Btp a 10 anni del 4,59%. In forte crescita anche lo spread spagnolo e quello francese. Piazza Affari è in ribasso, con l’indice azionario FTSE MIB che perde lo 0,92% a 15.807 punti, appesantito dal clamoroso crollo di Saipem a seguito della caduta dei vertici societari dopo lo scandalo per corruzione in Algeria.

A deteriorare il sentiment degli investitori sul sistema-Italia sono le incognite sul governo Monti, che qualche giorno fa aveva dichiarato di voler raggiungere un obiettivo di 287 punti sullo spread. Il Senato ha votato sì al maxi-emendamento proposto dal governo, che andrebbe a sostituire completamente il Dl Sviluppo-bis. Su 167 votanti, 127 sono stati favorevoli, 17 contrari e 23 astenuti. Il Pdl non ha partecipato alla votazione. Renato Schifani, presidente del Senato, ha dichiarato che informerà subito il presidente Napolitano.

Pier Luigi Bersani, leader del Pd, ha criticato la scelta del Pdl, sottolineando che in questo modo si genera il rischio di creare confusione trasferendo all’esterno una percezione di non affidabilità del paese. Il governo Monti ha quindi perso la maggioranza al Senato. Secondo alcuni esponenti del Pd, l’astensione al voto del Pdl sarebbe da inquadrare come una ritorsione nei confronti delle dichiarazioni rilasciate dal ministro Corrado Passera su un possibile ritorno sulla scena politica dell’ex premier Silvio Berlusconi. Passera ha bocciato l’ipotesi di un ritorno del cavaliere, in quanto in questo modo si darebbe l’idea di un paese che non va avanti ma che torna indietro.

Dal canto suo, Silvio Berlusconi sembra sempre più deciso a candidarsi alle prossime elezioni politiche previste nella prossima primavera. L’ex premier ha dichiarato che “la situazione oggi è ben più grave di un anno fa”. Inoltre, secondo Berlusconi, “oggi l’Italia è sull’orlo del baratro”, sottolineando il peggioramento di tutti i principali indicatori economici, come la caduta del pil, l’aumento dei disoccupati, il crollo del potere d’acquisto e la pressione fiscale su livelli insopportabili.

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