Daimler verso vendita 4% a cinesi?

Secondo quanto rivelano le indiscrezioni rilanciate dal People’s Daily, il fondo sovrano China Investment Corporation potrebbe essere interessato a rilevare una quota tra il 4% e il 10% della Daimler, per un importo complessivo che oscillerebbe tra 1,8 e 4,5 miliardi di euro. Sempre secondo le fonti a mezzo stampa, una portavoce della società tedesca ha affermato che l’azienda valuterebbe con un benvenuto ogni investitore nel capitale. Insomma, tutto lascia presagire che qualcosa di concreto possa svilupparsi nel breve medio termine.

Se i numeri di cui sopra dovessero tradursi in realtà, la Cina potrebbe presto divenire il primo socio della casa di Stoccarda, visto che dopo l’uscita dal capitale di Daimler del fondo sovrano di Abu Dhabi in ottobre, la società guidata da Dieter Zetsche è oggi controllata da un azionariato abbastanza frammentato. Stando ai documenti del gruppo, il principale socio della casa produttrice del brand Mercedes è il Kuwait con il 7,6%, seguito dal gruppo Renault-Nissan con il 3.1% (vedi anche Daimler stima calo utili).

Il resto del capitale sociale è invece suddiviso tra un vasto numero di investitori istituzionali, che insieme posseggono il 68,8 per cento, e di investitori privati che complessivamente controllano il 20,5%. Ne consegue che, in tale contesto, l’ingresso del nuovo partner avrebbe un elevato significato per la compagnia tedesca, tenendo altresì in considerazione che le vendite di Daimler in Asia hanno contribuito a spingere i collocamenti sul mercato a quota 1,3 milioni di veicoli nel 2012 a livello globale.

Inoltre, il sostegno del fondo permetterebbe alla Daimler di riservarsi un sostegno pressochè necessario per conquistare la vetta del segmento delle auto di lusso entro il 2020. I principali competitors sono tutt’altro che agguerriti: oltre a Bmw –che detiene la leadership al momento – Daimler dovrà infatti sfidare anche a Audi, e Volkswagen, in una lotta che si preannuncia tutt’altro che priva di inconvenienti (vedi anche Mercedes paga 500 milioni per flop tecnico).

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