Mercedes dati terzo trimestre 2012

 Delude – ma rilancia sul futuro – la compagnia auto Mercedes. L’azienda tedesca ha infatti perso il primato nel settore premium delle quattro ruote, subendo una flessione del 9 per cento nell’utile operativo. I profitti sono ora al 7,8 per cento dei ricavi contro le doppie cifre di Bmw e di Audi. Notizie non certo positive, pertanto, quelle che la Daimler (casa madre delle Mercedes, che qui aveva stimato un calo degli utili) sta facendo digerire ai propri stakeholders in queste ore, sebbene la fiducia per il futuro a breve termine della società sia comunque elevata.

Nel terzo trimestre dell’anno – affermano i dati ufficiali – gli utili sono calati dell’11 per cento a 1,2 miliardi di euro: una notizia che è stata anticipata in maniera casuale agli investitori, a causa di un guasto nel server attraverso il quale vengono veicolate le email di Daimler. Il risultato operativo, che Mercedes sperava di portare nel 2012 allo stesso livello di quello dell’anno precedente, cioè a 8,75 miliardi, dovrebbe invece collocarsi a un nove per cento sotto i dati del 2011.

“Fin qui, le cattive notizie” – commentava La Repubblica in occasione della pubblicazione delle notizie – “Insieme agli alti costi di produzione, e al fatto che Mercedes, un tempo numero uno mondiale del premium, è ora inesorabilmente scesa al ruolo di marchio numero tre delle auto di lusso, dopo Bmw e Audi, sia per vendite sia per utili: Stoccarda ha appena il 7,8 per cento dei ricavi contro l’11,6 di Bmw e l’11,5 di Audi. Anche Daimler dunque soffre, come ognuno a modo suo tutti i costruttori di auto europei, della crisi dell’eurozona e del rallentamento della domanda in Cina. Ma il ceo della prestigiosa casa di Stoccarda, Dieter Zetsche, ex numero uno a Chrysler quando la casa americana ora in mano a Fiat era di proprietà della stella a tre punte, ha annunciato una reazione energica e ambiziosa”.

Con un piano industriale ribattezzato “fit for leadership“, infatti, il manager vorrebbe ridurre i costi di circa un miliardo di euro nel 2013 e di due miliardi di euro nel 2014. Non solo: i risparmi dovrebbero essere reinvestiti attraverso controffensive utili per conquistare quote di mercato ai danni dei concorrenti, attraverso il lancio di ben 30 nuovi modelli.

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