Saldi estivi 2020, fatturato in netto calo

I saldi estivi 2020 hanno deluso le speranze di tutti quei negozianti che pensavano che attraverso di loro il settore del commercio al dettaglio potesse riprendersi: il fatturato registrato in tutta Italia è infatti in netto calo. A soffrire di più le grandi città del turismo.

Fatturato saldi in netto calo

Non ci si illudeva che i saldi potessero andare eccessivamente bene, ma lo sconforto è stato comunque tanto. Nonostante una discreta curiosità gli acquisti sono stati decisamente in numero minore rispetto al passato. C’è chi ha optato per andare in vacanza piuttosto che spendere e chi ha deciso di mettere da parte piuttosto che spendere quel poco che è riuscito (quando ci è riuscito) a risparmiare.

Il settore del commercio a dettaglio era già sofferente per via del lockdown importo dalla pandemia di Coronavirus: questo calo nelle vendite non ha fatto altro che creare ulteriori difficoltà, come hanno fatto notare anche da Federmoda e da Federcommercio. E’ innegabile che rispetto agli altri il confronto sia tutto in negativo: pur tenendo conto delle differenti date di inizio dei saldi estivi, sono al momento stimate intorno agli 1,4 miliardi. Secondo i calcoli degli esperti si dovrebbe arrivare alla fine del periodo con dei consumi intorno ai 2,1 miliardi contro i 3, 5 miliardi del 2019.

Analizzando la situazione nello specifico sono davvero pochi i casi nei quali le percentuali di vendita sono rimaste invariate. Secondo le associazioni sopracitate almeno il 53% degli intervistati hanno registrato un calo del fatturato del 30%: una percentuale che in alcuni casi nel centro città di molte grandi località è arrivata addirittura a toccare il 70%-80%. Le perdite peggiori? Nelle vie del lusso dei centri di importanza turistica.

Peggiori i risultati nelle grandi città

A soffrire è maggiormente il  settore dell’abbigliamento, soprattutto nei centri storici dove ai saldi estivi non è corrisposto tutto quel flusso turistico degli anni passati: compratori che si spostavano appositamente dagli Stati Uniti, dalla Cina e dal Giappone per potere fare acquisti. Un calo che chiamerebbe la necessità di contributi a fondo perduto per riprendersi, attraverso bonus per gli acquisti di abbigliamento e calzature e un credito di imposta per la svalutazione dei magazzini: un modo semplice per tamponare le mancate vendite della scorsa primavera.

I saldi estivi 2020 non sono ancora finiti e c’è ancora chi coltiva la speranza di poter vendere di più rispetto a quel che è stato già fatto. Allo stesso tempo però vi è coscienza che la mancanza di tutti i turisti degli anni passati inficerà e molto sui risultati finali.