Dazi, Donald Trump “grazia” in parte l’Italia

Donald Trump “grazia” parzialmente l’Italia, evitando di apporre ulteriori dazi su alcuni prodotti del Made in Italy particolarmente apprezzati negli Stati Uniti: una buona notizia per l’export nostrano, già colpito in maniera imponente dalla prima ondata di tassazioni e dalla crisi scatenata dalla pandemia di coronavirus.

Più dazi a Francia e Germania

E’ Coldiretti a dare la notizia, sottolineando che l’intenzione di apporre aumenti su vino, olio e pasta inizialmente voluta dal presidente degli Stati Uniti non è stata poi seguita da azioni concrete. L’annuncio è arrivato in occasione della pubblicazione della nuova lista allargata sui prodotti europei ai quali applicare nuovi dazi, sempre per via della diatriba Unione Europea – Stati Uniti legata agli aiuti al settore aereonautico. Le ulteriori tassazioni decise colpiscono in modo più forte la Germania e la Francia, mentre risultano essere clementi con l’Italia, la Grecia e il Regno Unito, attualmente impegnato in un negoziato bilaterale con gli americani.

Nell’ambito del sostegno Ue ad Airbus gli Usa“, ha spiegato Coldiretti, “sono stati, infatti, autorizzati dal Wto ad applicare sanzioni per un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari all’Unione Europea“, sebbene debba essere sottolineato che dopo la revisione degli aiuti ricevuti da parte dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto) che ha sancito i sostegni come “pienamente conformi”, i dazi dovrebbero essere immediatamente eliminati, dato che in base alla recente sentenza del Wto sono da considerare “ingiustificati“.

Italia salvata da perdite importanti

Se fossero andati a segno anche nei confronti del nostro paese i dazi avrebbero avuto un impatto di 3 miliardi di euro sul cibo Made in Italy esportato: non bisogna dimenticare che gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per importazione di prodotti agroalimentari italiani anche nel 2020 e questo nonostante la pandemia di Coronvirus e tutte le conseguenze che la stessa ha apportato.

Rimangono invece, in vigore le tariffe aggiuntive del 25% stabilite lo scorso ottobre su Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori.

Viene accolta con soddisfazione la notizia dai produttori di vino, salvatisi da potenziali importanti perdite. Sottolinea il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci:

Il vino italiano che si salva dal nuovo round dei dazi aggiuntivi Usa è certamente una gran bella notizia per tutto il Belpaese enologico e in particolare per Montalcino. Gli Stati Uniti non sono solo il principale mercato di sbocco al mondo per il Brunello con un’incidenza del 30% sulle esportazioni globali, ma anche uno dei simboli del made in Italy oltreoceano.

Per il momento, il mercato è salvo.