Debito pubblico italiano nuovo record a 2.074,7 miliardi a maggio 2013

 Non c’è pace per il debito pubblico italiano, che continua clamorosamente a salire nonostante la tassazione a livelli record, la discesa dello spread e il doloroso piano di austerità che si protrae ormai da un paio d’anni. A maggio è stato aggiornato un nuovo record negativo, che mette il governo Letta in una difficile situazione proprio mentre si discute delle modalità di copertura di importanti voci di entrata momentaneamente sospese (Imu sulla prima casa) o rinviate (aumento dell’Iva al 22%).

Secondo quanto emerge dai dati diffusi dal Supplemento al Bollettino statistico di Finanza pubblica, Fabbisogno e Debito della Banca d’Italia, a maggio il debito pubblico italiano è cresciuto di 33,4 miliardi di euro rispetto al mese precedente. In virtù di questo cospicuo aumento, l’ammontare complessivo del debito pubblico della Repubblica Italiana è pari a 2.074,7 miliardi di euro. Gli analisti di Via Nazionale spiegano che l’aumento del debito pubblico italiano è dovuto principalmente a due voci di costo.

Si tratta dell’incremento di 20,4 miliardi di euro delle disponibilità liquide del Tesoro, che hanno toccato i 62,4 miliardi di euro rispetto ai 35,8 miliardi di euro di dodici mesi prima, e del fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche che nel mese ha raggiunto 11,5 miliardi di euro. Inoltre, a maggio l’Italia ha partecipato con la sua quota di competenza di 2,9 miliardi di euro ai prestiti erogati dal fondo salva-stati temporaneo europeo (EFSF) ai paesi dell’eurozona in difficoltà finanziarie, toccando complessivamente 30,9 miliardi di euro. Bankitalia ricorda che da inizio 2013 il debito pubblico è cresciuto di 86,1 miliardi di euro.

RATING ITALIA TAGLIATO A BBB DA S&P

L’incremento dell’indebitamento pubblico è da imputare alla crescita del fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche, pari a 58,1 miliardi di euro, e all’aumento delle disponibilità liquidide del Tesoro di 28 miliardi di euro. All’aumento del debito ha contribuito anche l’appoggio ai fondi salva-stati europei EFSF ed ESM per quasi 7 miliardi di euro. Tale sostegno ha ormai raggiunto 49,5 miliardi di euro. Le entrate tributarie sono diminuite del 2,2% a 30,1 miliardi di euro, ma nei primi cinque mesi sono cresciute dello 0,76% a 143,181 miliardi di euro.