Italia in crisi ma non toccate gli stipendi dei parlamentari

 Sta facendo discutere in queste ore l’eventualità di un taglio agli stipendi dei parlamentari: la crisi economica ha spinto Mario Monti a misure rigide per evitare il tracollo delle finanze pubbliche e le ripercussioni a livello europeo, così, con il ritorno dell’ICI, la riforma delle pensioni, le tasse sugli yacht, ha messo le mani nelle tasche degli italiani, sostenendo che, a causa del periodo di austerità é necessaria la collaborazione di tutti. Anche dei parlamentari: dopo aver riformato il vitalizio pensionistico, che diventerà tipo contributivo, un’altra proposta andrà a toccare il generoso salario dei nostri politici, una riduzione della loro indennità da 11.704 a 5.339 euro.

Non pochi senatori e deputati sono partiti alla rivolta: l’articolo 23 della manovra, quello che prevede appunto un taglio agli stipendi di Camera e Senato già dalle prossime settimane, non é piaciuto ai parlamentari perchè in questo modo “Mario Monti lede l’autonomia del Parlamento”. Gianfranco Fini ha preferito attribuire lo slittamento del taglio a ragioni di tipo tecnico: il provvedimento deve essere fatto, non tramite decreto del governo, ma si deve esprimere il Parlamento. Immaginiamo per un attimo la scena: siamo a lavoro e si deve decidere sul nostro stipendio, ma non saranno il nostro titolare o i contratti nazionali del lavoro a farlo, assolutamente no, saremo noi, i diretti interessati a decidere se aumentare o ridurre il nostro stipendio: questo é quello che succede in Parlamento.

Ancora una volta – risponde molto più ragionevolmente il vice capogruppo Idv alla Camera Antonio Borghesi – con motivazioni pretestuose è stata dichiarata inammissibile la proposta di abolizione dei vitalizi dei parlamentari. La casta è senza vergogna perché pensa a tutelare se stessa persino nel momento in cui chiede sacrifici ai cittadini, fa pagare ai lavoratori, alle imprese e alle famiglie il costo del risanamento. È proprio la politica che dovrebbe dare il buon esempio e rinunciare ai propri privilegi in un momento difficile per tutto il Paese.

 

 

2 commenti su “Italia in crisi ma non toccate gli stipendi dei parlamentari”

  1. una vergogna..se dicono di no..alle prossime elezioni..calci nel culo..Fini si deve vergognare e si devono vergognare chi l’ha delegato..Ma chi deve pagare?Chi si è arricchito con i nostri soldi.1000 parlamentari che non fanno nulla..li aspettiamo alle prossime elezioni.Bersani..mi rivolgo a te..fate schifo.

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