Obama chiede 5 miliardi a S&P per crisi mutui subprime

 La crisi dei mutui subprime ha scatenato la tempesta finanziaria peggiore dagli anni ’30. Il ricordo di quella bufera, che interessò sia gli Stati Uniti che il resto del mondo, è ancora vivo e vegeto ma ora è arrivato il momento di chiedere il conto a coloro che hanno favorito l’esplsione della bolla del credito. Così, il presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, ha scatenato un’offensiva legale nei confronti dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, ritenuta la principale responsabile della crisi dei mutui subprime.

L’amministrazione Obama ha depositato in tribunale una montagna di documenti che mettono alle corde l’agenzia di rating, rea di aver gonfiato oltremodo i giudizi sui titoli tossici e di aver pilotato il crollo dei mercati finanziari. Il governo americano è pronto a chiedere un risarcimento di 5 miliardi di dollari. Il Segretario alla Giustizia USA, Eric Holder, ha dichiarato che le attività svolte da S&P erano afflitte da “significativi conflitti di interesse”.

CORTE DEI CONTI ACCUSA LE AGENZIE DI RATING

L’agenzia di rating avrebbe gonfiato i voti sui titoli garantiti da mutui, in particolare i cosiddetti CDO (collaterallized debt obligation), sui quali indicava il massimo giudizio di affidabilità creditizia prima di essere rivenduti sul mercato a banche e investitori in tutto il mondo. Questi titoli si sarebbero poi rivelati velocemente degli asset tossici, tanto da provocare perdite intorno ai 5 miliardi di dollari a istituti coperti da assicurazioni federali. Si tratta della stessa cifra che Barack Obama potrebbe chiedere come risarcimento, appellandosi alla Financial Institutions Reform, Recovery and Enforcement Act, che fu lanciata alla fine degli anni ’80 quando avvenne il collasso delle “saving & loans” a seguito di truffe nel credito e negli immobili.

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Standard & Poor’s viene accusata di aver ingannato gli investitori. Al caso si sono uniti anche 16 Stati americani e il District of Columbia. L’agenzia di rating ha già respinto le accuse al mittente, affermando che si tratta di critiche prive di fondamento. L’agenzia è controllata dal gruppo McGraw Hill, che in borsa ha subito un pesante tracollo passando da 58$ a 43$ in soli due giorni. Ieri ha perso il 10,7%, il giorno prima il 13,8%. Il fatturato totale del gruppo è 6,25 miliardi, poco più della cifra richiesta dal governo americano.

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